Il commento La febbre del Pdl e il termometro

Il commento  La febbre del Pdl e il termometro

E poi se la prendono con i tagliandini del Giornale.
E poi ci accusano (alcuni, lealmente, dall’inizio; altri dopo aver visto i risultati, evidentemente sgraditi; altri ancora in modo educato e sono quelli che ringraziamo moltissimo per le critiche; pochissimi in modo diffamatorio di cui ovviamente risponderanno) di favorire la sinistra e magari di fare il gioco della Vincenzi.
Ma via, siamo seri. Se c’è una critica seria fra quelle fatte al gioco dei tagliandini - a proposito, domani pubblicheremo l’ultimo e poi c’è ancora tutta la prossima settimana per farli pervenire in redazione - è quella di aver fatto venire alla luce le profonde spaccature che attraversano il centrodestra. Che, come vi raccontano qui a fianco i nostri Federico Casabella e Franco Crosiglia, hanno trovato il loro punto più alto (o più basso, a seconda dei gusti) nei suicidi nei Municipi Centro-Est e Levante.
Traduco dal burocratese di Tursi: il centrodestra aveva vinto nel Centro Storico, a Carignano, a Castelletto, al Lagaccio, a Oregina, a Portoria, e poi a Sturla, Borgoratti, Apparizione, San Desidero, Quarto, Quinto, Nervi e Sant’Ilario. Che, sommati a San Martino, Albaro e Foce, dove Pasquale Ottonello riesce a regnare (quasi) indisturbato dai suoi, voleva dire mezza città.
E invece cosa ti inventa il Pdl? Il ribaltone nel Centro Est e le risse nel Levante. Geniale.
Non mi interessa assolutamente giudicare chi abbia ragione: certamente Aldo Siri ha sbagliato a non dimettersi prima della mozione di sfiducia, ma i cinque consiglieri di (ex) maggioranza che hanno votato contro o si sono astenuti hanno sulla loro pelle il tradimento del mandato popolare. Che è la peggiore delle colpe.
Insomma, mentre si accelerava sulle richieste di investitura di colui che sarà candidato sindaco fra due anni (fra l’altro, se fosse ad ottobre o anche nella prossima primavera, cosa cambierebbe?), si perdevano i mini-sindaci. Altra operazione geniale.


Dicevo, quindi, che accetto volentieri tutte le critiche corrette e non basate sulla menzogna e sulla diffamazione ai tagliandini; capisco che a qualcuno possa far paura vedere che quasi diecimila persone (potremmo superare addirittura questo traguardo!) si esprimono in modo civile in un gioco che non offende nessuno; comprendo anche che possa esserci chi viene preso dalle vertigini per un ritorno così massiccio che non ha precedenti giornalistici a Genova. (...)

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