Ogni tanto discutiamo amabilmente con alcuni nostri lettori sul livello della nostra opposizione. Se è troppo morbida o troppo dura, troppo costruttiva o troppo dialogante. Però, sempre e comunque «opposizione». Soprattutto, è un piacere farlo con i lettori, ultima della serie, ieri, la gentilissima signora Rosanna Manfrè, che ringrazio per le critiche e per laffetto che traspare da quelle critiche.
Uso la parola «opposizione» con orgoglio perchè questo Giornale è percepito dai lettori come un baluardo a Genova e in Liguria, interpretando spesso un ruolo che non sarebbe il nostro. Ma, di fronte ad amministrazioni troppo spesso monocolori e troppo spesso portatrici di conservazione, ci pare sacrosanto anche interpretare un ruolo di supplenza rispetto alla politica. Ed essere noi, anche noi, soprattutto noi, lopposizione alla sinistra che governa e spesso sgoverna Genova e la Liguria. Una sinistra che, spesso, fa rimpiangere quella emiliana o quella toscana o quella umbra. Il che è tutto dire.
Insomma, facciamo opposizione, su questo non ci piove. Opposizione non a questo o a quel politico, ma a tutto ciò che non va alle nostre latitudini. Ultimo della serie il manifesto taroccato della Regione, e il silenzio assordante di una parte dellopposizione.
Ma ho spiegato più volte che il nostro patrimonio maggiore è la credibilità. E quindi non abbiamo rinunciato, non rinunciamo e non rinunceremo a dire se Regione, Provincia e Comune fanno qualcosa di buono. Su dieci casi, per un merito riconosciuto si è molto più credibili quando si fanno nove denunce.
Se invece uno è capace di dire solo che è tutto sbagliato e tutto da rifare e che Burlando, Repetto e Vincenzi sbagliano tutto, ma proprio tutto, quello non solo non è credibile, ma è proprio ridicolo. Soprattutto, a volte, capita che gli esponenti dellopposizione che più criticano a parole la Vincenzi poi magari sono gli stessi che sono più disponibili a qualche accordo con il Pd su cosucce. E potrei tediarvi con una pagina di esempi.
Insomma, non ho mai avuto dubbi sulla bontà della nostra linea.
Ma, anche se avessi avuto qualche dubbio sullutilità di dare a Marta, ad Alessandro e a Claudio, (...)
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