di Massimiliano Lussana
Non condivido affatto le critiche alla decisione del consiglio comunale di Genova di sollecitare un rapporto ai vigili sui disordini successi nella sala Rossa durante il dibattito sulla moschea, per consegnarlo allautorità giudiziaria. Credo che i cittadini del Lagaccio abbiano tutte le ragioni di protestare e non mi sfugge che, durante quella seduta, sono state molte le provocazioni verbali da parte della maggioranza di centrosinistra e i gesti di insofferenza nei confronti dei manifestanti da parte della stessa sindaco Marta Vincenzi.
Ma ci vuole un attimo a passare dalla ragione al torto. E, nel momento in cui qualcuno (pochi, pochissimi), fra i manifestanti ha insultato i consiglieri comunali, ha sputato in basso verso laula, ha lanciato una borsa piena di volantini che avrebbe potuto colpire e far male seriamente ai consiglieri stessi, non cè dubbio che quei pochi sono passati dalla parte del torto. Quindi, è sacrosanto che i colpevoli vengano colpiti, anche duramente.
Da moderato, non mi piace nessuna violenza. E trovo aberrante lidea che la violenza di qualcuno che condivide una mia idea - nel caso specifico linopportunità di una moschea al Lagaccio, quartiere di cui il Comune si è disinteressato fino allaltroieri, e che non è certo una priorità di Genova - sia ritenuta meno violenta. Quindi, è giusto colpire chi ha trasceso ed ho apprezzato la lettera di scuse di Giannalberto Conte, capogruppo leghista nel Municipio Centro-Est che era stato uno dei più facinorosi. Non si gettano borse che possono far male ai consiglieri, non si insulta, non si sputa. Si discute, civilmente. Si contesta, legittimamente. Ci si confronta, onestamente. Ma la violenza no.
Anzi, posso dirlo? Da non violento e da moderato, trovo che questa roba sia una vergogna per i moderati e che faccia perdere voti. E trovo assolutamente miope e desolante che qualcuno - anche nel centrodestra - pensi che sia intelligente cavalcare ogni protesta e che basti urlare contro la Vincenzi per fare politica. Marta si fa male da sola - ieri ad esempio con lappoggio alla demagogica tassa sui ricchi - e non dimostra grande intelligenza chi cavalca ogni protesta, anche quelle assurde, per cercare di prendere voti. Fra laltro, la storia di quelli che nel centrodestra hanno appoggiato i Comitati non testimonia a loro favore. I Comitati, spesso, usano e non votano.
Detto e ripetuto questo - concetto su cui non transigo e su cui non mi muovo di un millimetro - spero che tanto fervore nei confronti dei violenti, dora in poi valga per tutti. Spero che Tursi stronchi la violenza anche quando è firmata dai centri sociali o da Comitati cittadini che, in realtà, sono eterodiretti dai partiti della sinistra antagonista. Ecco, mi piacerebbe vedere puniti anche quelli. E spero che la nuova svolta legalitaria del Comune non si fermi ai contestatori della moschea. Sarebbe quantomeno curioso, per non dire vergognoso.
Così come spero che la condanna di ogni violenza porti il Comune ad esprimere posizioni come quelle di Sergio Chiamparino, sindaco di Torino del Pd che, di fronte alle violenze degli autonomi contro i militanti di An alluniversità, ha sollevato il problema dell«agibilità democratica, perchè non è tollerabile che un gruppo, a qualsiasi colore politico appartenga, non possa espletare la sua normale attività».
Questo a Torino. A Genova, in passato, non sono non hanno solidarizzato con i picchiati. Ma hanno sposato le tesi degli autonomi. Detto tutto.
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