Il commento Un grande campione che ha stancato tutti

L’ultima immagine simbolo di questo calciomercato si è vista qualche giorno fa a Malpensa. Partiva l'Inter per il sogno americano e lui invece - Zlatan Ibrahimovic - passava in mezzo alla folla di microfoni adoranti e - diciamolo - anche un po' zerbinati, riportando tutti alla realtà. La faccia era di quello che diceva «Io so' io, e voi non siete un...», da moderno Marchese del Grillo insomma. E peccato che i microfoni con i relativi colleghi aggrappati non si siano ritratti in tempo, giusto per far fare all'erede moderno di Alberto Sordi la figura che meritava. Anche perché il ritornello era lo stesso di sempre: «Vedremo, vedremo».
Ecco, questo «vedremo» detto con una strafottenza da campione professionista ha davvero stufato e sarebbe l'ora, si pensava fino a ieri, che al suddetto marchese del pallone qualcuno glielo dicesse chiaro. Soltanto che poi ieri notte qualcuno finalmente si è mosso e questa persona è Massimo Moratti, cioè quello che gli cala un milione di euro netto al mese e che di quel «vedremo» si è stufato quanto e sicuramente più di tutti i tifosi dell'Inter. Insomma, mentre Zlatan era lì sorridente in un teatro di Los Angeles a far mostra della nuova maglia nerazzurra su cui sputare ancora un po' di veleno, il suo presidente lavorava sodo per sfilargliela. E in fretta.
Già, prossimamente l'ineffabile manager Mino Raiola ci dirà, dall'alto della sua seraficità, che l'affare si è fatto solo perché l'ha voluto Moratti e che Ibra non avrebbe lasciato l'Inter. Peccato però che dal giorno dello scudetto il suo protetto abbia detto sempre la stessa cosa, cioè «vedremo». Tanto che infatti abbiamo tutti visto di che pasta è fatto. Insomma, un vero campione direbbe le cose come stanno: «Ho dato tanto all'Inter, voglio provare da un'altra parte». Lecito, inattaccabile. Invece no, «vediamo», teniamoci sempre una porta aperta, tanto c'è chi paga e chi dimentica.
Stavolta però sembra finire diversamente: Moratti è disposto a mettersi in casa un altro bel caratterino, cioè Samuel Eto'o, che il Barcellona campione d'Europa non vede l'ora di sbolognare. Piuttosto che rivedere quella faccia un po' così, il numero uno nerazzurro pare aver deciso, ricordando che se l'Inter deve dire grazie a Ibrahimovic per gli ultimi scudetti, il Barcellona fa lo stesso con Eto'o, ma per Liga, coppa del Re e Champions League. Cioè la competizione nella quale lo svedese conta uno zero nei gol segnati in carriera dagli ottavi di finale in poi e un bel 2 nelle occasioni sbagliate a Manchester, la partita fondamentale della scorsa stagione.

Insomma, non è che perdere Ibrahimovic sia una passeggiata, ma la classe è un'altra cosa, non si ripudiano così squadra, compagni e tifosi. E Moratti, con l'incontro di giovedì notte, a questo punto ha parlato chiaro: caro Ibra, questo è Laporta. E quella (giustamente) è la porta.

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