Il commento Immigrazione Ue: tutti solidali ma per finta

L’anticipazione è di Le Monde ed è passata inosservata nei giorni del G8: la Commissione europea intende varare un programma di ripartizione degli immigrati tra i diversi Paesi membri. La parola magica è solidarietà. Del nord con il sud, ben inteso. Già, perchè i clandestini non sbarcano sulle coste scandinave, ma su quelle del versante sud e fino ad oggi la gestione umana e finanziaria è ricaduta esclusivamente sugli Stati meridionali, come ben sappiamo noi italiani.
Domani invece la questione dovrebbe essere affrontata a livello continentale. Le Monde precisa che la Francia ha deciso di non attendere le disposizioni comunitarie e si è offerta di accogliere una parte dei rifugiati ammassati nei campi della piccola Malta. E che altrettanto faranno l’Olanda, l’Irlanda, la Lituania, la Germania e il Portogallo.
Verrebbe da dire: finalmente. Ma poi scopri che Parigi accoglierà ottanta clandestini e gli altri Paesi un numero ancora inferiore: tra i dodici e i trenta ognuno. E apprendi che il programma auspicato dal commissario Jacques Barrot, e che dovrebbe diventare operativo nel prossimo autunno, «verrà attuato su base volontaria».
Insomma, gli Stati saranno cortesemente invitati a mostrare buona volontà nei confronti della Grecia, dell’Italia, di Malta, di Cipro e della Spagna, come se fossero realtà lontane. E in effetti è questa la percezione dominante in molti Paesi del centro e del nord Europa, soprattutto in quelli dove il numero degli immigrati è ancora limitato. Ma è noto che nell’arco dei prossimi 15-20 anni ogni Paese europeo sarà confrontato con un forte aumento degli stranieri sul proprio territorio. Per compensare il calo demografico, avvertono gli esperti. L’onda lunga dell’immigrazione toccherà tutti, anche i più sperduti villaggi dell’Austria, della Finlandia o della Polonia e con modalità che rischiano di essere caotiche per via degli accordi di Schenghen, che non sono stati accompagnati da adeguate misure per controllare la presenza di immigrati. Quanti anni sono stati necessari per indurre i Paesi europei a considerare una banca dati continentale? Perchè ancora oggi manca una politica comune nella concessione dei visti d’ingresso? E, soprattutto, perchè i Paesi del sud continuano ad essere lasciati soli?
Già, perchè quando si propongono «misure volontarie di solidarietà» il messaggio è inequivocabile. Significa: arrangiatevi, mentre sarebbe ora che la Ue chiarisse se la lotta all’immigrazione clandestina e, parallelamente, le politiche d’integrazione sono una priorità per i Ventisette.
Se la risposta è sì, occorre procedere rapidamente impostando programmi vincolanti e organici.

Altrimenti Bruxelles non si stupisca se Paesi come la Grecia aumenta l’intolleranza verso gli immigrati o se l’Italia risolva da sé il problema stipulando accordi con la Libia. Ognuno si arrangia come può nel sud di questa incoerente Europa.

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