Il rischio di un tumore al cervello non è certo da prendere sotto gamba. Però se ne sentono di tutti i colori sui pericoli per la nostra salute provocati dai cellulari. E forse è proprio questo eccesso di informazioni a renderci scettici e a farci perseverare nelle nostre abitudini senza allarmarci per gli eventuali danni da telefonino. Siamo superficiali e irresponsabili? In parte sì, ma non è colpa nostra.
Siamo nelle mani della tecnologia, ed è meglio essere coscienti di una verità elementare e drammatica: ogni scoperta scientifica comporta inevitabilmente, accanto ai vantaggi, dei danni. Anzi, a ben vedere, sono proprio le scoperte più importanti per lo sviluppo e il benessere del genere umano che hanno come conseguenze i pericoli più gravi per luomo e per lambiente. Si pensi soltanto alle macchine, ai motori, allenergia elettrica o nucleare e ci accorgeremo di trovarci di fronte a innovazioni che hanno cambiato il volto dellumanità e nello stesso tempo hanno provocato un sacco di guai, dallinquinamento atmosferico ai disagi del traffico, dalla polluzione nucleare ai dissesti idrogeologici.
Saremmo disposti a cancellare dalla nostra vita automobili e caldaie per il riscaldamento, abitazioni confortevoli con dispositivi tecnologici che degradano lambiente? Il problema è che neppure ci è concesso scegliere e dire di no, preferendo vivere secondo un modello pre tecnologico, eventualmente ricordando unepoca neppure tanto lontana nel tempo, quando solo un secolo e mezzo fa ci si spostava con le carrozze tirate dai cavalli, si illuminavano le case coi lumi a petrolio e le si riscaldavano con la legna nel camino.
Potremmo anche pensare che allora la vita era bella e sana, ma pur con tutta la nostra buona volontà non potremmo mai portare indietro le lancette della storia.
Ritorniamo ora al nostro piccolo compagno della quotidianità, al telefonino, e proviamo a ricordare i nostri comportamenti di qualche anno addietro. Era un dramma uscire di casa lasciando sul tavolo il telefono? Per questo forzato abbandono nessuno aveva mai dato segni di squilibrio mentale. Si rincasava, e se qualcuno non era uscito ci diceva chi aveva telefonato, e noi lo richiamavano se ci pareva importante o educato.
Poi arrivò la segreteria telefonica. Chi possedeva le primissime, si ricorderà che su dieci messaggi almeno otto erano pernacchie: la novità le permetteva. Ma lentamente, inesorabilmente, diventò uno strumento essenziale per non perdere le chiamate, per farci sentire al centro della comunicazione: nessuno più spernacchiava, tutto impararono a usare lo strumento come era richiesto. E venne il cellulare che, facendo piazza pulita del vecchio telefono fisso e dellannessa segreteria, ci mise in tasca la comunicazione del mondo in ogni istante e senza mai perdere (se lo vogliamo) un messaggio.
Chi rinuncia più al telefonino? Affermare che è pratico e comodo, sembra soltanto sostenere una piccola parte della sua utilità. Se usciamo di casa e ce lo dimentichiamo sul tavolo ci sentiamo persi e veniamo assaliti da dubbi terribili: chissà cosa starà succedendo in casa, in ufficio, chi ci chiamerà, quali opportunità stiamo perdendo. E allora ecco la solita domanda: è proprio così importante il cellulare? No di certo, ma è decisiva labitudine che abbiamo di esso al punto che in sua assenza facciamo una fatica enorme a modificare comportamenti ormai più o meno inconsciamente acquisiti.
Dobbiamo convincerci che non siamo noi a usare gli apparati tecnologici e tutte le altre diavolerie della scienza, diventati strumenti duso quotidiano, quasi appendici del nostro corpo. Sono invece loro a condizionarci, ad obbligarci a servircene. Si può desiderare che con la malattia si scopra anche lantidoto, che lo strumento della tecnologia sia sempre più perfezionato per ridurne gli effetti nocivi alla salute, ma lauspicio di un mondo che rinuncia allidea stessa di progresso tecnico e scientifico è meglio lasciarlo alle fantasie dei figli dei fiori.
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