Certo che si possono avere dubbi e sospetti sul vituperatissimo disegno di legge-bavaglio a proposito di intercettazioni telefoniche (e ambientali). Ma non mi sono sognato minimamente di seguire chi spaccia per informazione la quotidiana «macelleria messicana» mediatica. La «grande mobilitazione» indetta dal nostro sindacato unico dei giornalisti è solo strumentalizzazione, ancora una volta, tutta ideologica e politica di un tema troppo serio. Hanno rifatto il bis del 3 ottobre, questa volta - per paura del flop - mescolando anche i «tagli» alla cultura (quale sia il nesso non si sa). Così è giustificato il ruolo di regista avuto anche in questa occasione dalla Cgil. Il problema è che il bavaglio dovrebbero toglierselo loro, dagli occhi.
Ecco, prendiamo i giornali inglesi, ovvero quella che viene considerata la patria della libertà di stampa. Mi trovino Roberto Natale e Franco Siddi, segretario e presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, un foglio inglese che abbia pubblicato una riga, mezza riga, di intercettazioni telefoniche negli ultimi dieci anni. Mezza riga, non paginate. Eppure le intercettazioni telefoniche (e ambientali) si fanno anche in Gran Bretagna, anche se con molte più restrizioni (lo vedremo tra poco), ma non finiscono su giornali e tv.
Prendiamo ora i «post it», non si sa se più patetici o insulsi del gruppo Repubblica-LEspresso che da settimane fa opera di martellamento (quelli tipo «non potrai più leggere un articolo come questo»). Vorrei proporre un caso di cronaca nera rilevante che ho seguito per tre mesi. Larresto, sempre in Inghilterra, di Danilo Restivo, sospettato di essere un serial killer, incriminato per due delitti atroci: luccisione di Elisa Claps, morta in modo atroce nel sottotetto della chiesa di Potenza, scoperta con 17 anni di ritardo, e lomicidio della vicina di casa, Heather Barnett, sprangata, uccisa e mutilata nella vasca da bagno di casa sua, nel 2002. Il 19 maggio quando Restivo è stato arrestato questa è stata la comunicazione (cero) data ai giornalisti dal capo dei detective della contea di Dorset: «Questa mattina alle 7 e 20 un cittadino di 38 anni abitante nel quartiere di Charminster è stato arrestato in relazione alle indagini sul caso Barnett». Stop.
Il giorno dopo, quando il presunto killer di donne è stato formalmente incriminato, notizia e nome sono stati resi noti in una conferenza stampa di 5 minuti, con comunicato ufficiale di 20 righe. Dieci al capo detective e dieci al prosecutor (il pm). Il quale ha detto due cose: «Ho attentamente esaminato le prove raccolte dalla polizia e le ho ritenute sufficienti perché mister Restivo sia processato per omicidio». La seconda: ha diffidato stampa e tv, come da prassi, dal diffondere da quel momento notizie o elementi inerenti le indagini per non influenzare la giuria. E i giornali inglesi non hanno più scritto una parola. Cioè censura. A tempo, fino a quando non comincerà il processo (a dicembre-gennaio), ma censura accettata e condivisa.
Aspetto smentite. Come la mettiamo? In Inghilterra non cè libertà dinformazione?
E volete sapere come funzionano le intercettazioni tra i cittadini di Sua Maestà? Sono molto, ma molto, di meno che in Italia. I poliziotti le attivano autonomamente, senza autorizzazione della magistratura. Ma poi devono rendere conto delle spese sostenute e dei risultati. Le intercettazioni non sono ammesse per reati come la corruzione o che riguardano la pubblica amministrazione. Per esempio. Sono consentite solo per i delitti più gravi contro la persona (omicidio) e contro la personalità dello Stato (terrorismo).
A quando i vertici della Fnsi, Ezio Mauro direttore di Repubblica, lUnione cronisti con cartelli e bavagli a Trafalgar Square?
Sul disegno di legge si possono avere tante perplessità (non ultima quella che i politici a destra, come a sinistra, siano accarezzati dallidea di limitare, più che il grande orecchio, la formazione libera di unopinione pubblica critica). Ma da un punto di vista tecnico nel ddl cè solo unenormità che rischia davvero di paralizzare le indagini di polizia e magistratura. E non riguarda le intercettazioni telefoniche ma quelle ambientali. Prevedere che queste siano possibili solo quando si hanno già dei gravi indizi in mano è una contraddizione in termini e una follia. È un dettaglio però che non serve a muovere la piazza.
*Consigliere nazionale
Fnsi-lAlternativa