Non c'è molto tempo da perdere, manda a dire Lippi arruolando gli azzurri del primo test di metà agosto che deve collaudare il club Italia in viaggio verso la qualificazione mondiale. D'accordo, è meglio pensare a raccogliere i punti sufficienti per staccare il biglietto per il Sud Africa senza lasciarsi incantare da altri quesiti. Ma non è detto che il tempo del reclutamento azzurro sia ormai concluso con l'inserimento di Marchisio e Criscito, i due ultimi rampolli ammessi a corte. Specie nella stagione del mondiale, i mesi che portano al torneo sono decisivi per sciogliere dubbi, orientarsi nei ballottaggi ma anche per intercettare le novità proposte dal campionato. Ci sono, in tal senso, esempi didascalici provenienti dal passato. Prima di volare in Argentina '78, Enzo Bearzot fu costretto dalle vicende domestiche ad arrendersi all'evidenza e a decidere di mettere da parte Maldera e Graziani, battezzati titolari dei rispettivi ruoli per promuovere sul campo Cabrini e Paolo Rossi, due emergenti che tennero fede alle aspettative. Nei dintorni di Italia '90, ad Azeglio Vicini capitò l'identica fortuna sfacciata: venne alla luce il talento grezzo di Totò Schillaci che soppiantò presto Gianluca Vialli, all'epoca dedito più agli incontri ravvicinati con Alba Parietti che alle performances calcistiche.
Fermare le lancette dell'orologio azzurro alle prossime settimane può risultare un errore fatale. In molti casi il gruppo, che pure ha il primato su ogni altro obiettivo, si può coniugare con l'attenzione puntata sui giovani talenti del calcio italiano. Sul conto di Cassano, sembra esserci un veto insuperabile: motivi tecnici e psicologici, sostiene il Ct e forse è il caso di credergli sulla parola. Ma è su un altro nome che si può e si deve spendere il massimo dell'attenzione. Balotelli può diventare la carta segreta dell'Italia al mondiale del 2010: è giovane, ha talento, è sfrontato, è un attaccante e da quelle parti, nonostante l'ottimismo di bandiera di Lippi, non c'è granché come ha dimostrato l'interesse per Amauri. Il ct fu il primo a seguirlo con passione e attenzione, fu il primo a suggerire a quelli dell'Inter di evitare iperboli (super Mario) che non lo avrebbero aiutato a maturare.
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