Tra i genovesi che vanno a votare ci sono quelli che sono favorevoli al Centro-Destra e quelli (in maggior quota) favorevoli alla sinistra. Esiste poi un terzo segmento di elettorato che si posiziona senza pregiudizi ideologici, ma valuta la «miglior offerta» politica.
A bocce ferme e senza voler fare polemiche, ma cercando di capire gli «errori» per evitare di ripeterli, dobbiamo riconoscere di non aver saputo intercettare totalmente questa parte di elettorato.
Certamente Genova non ama le rivoluzioni e neppure i cambiamenti. È una città anziana, nel senso che molti giovani (quelli che vanno da 20 ai 45 anni) sembrano psicologicamente invecchiati precocemente. Sono distanti dalla politica e comunque non sempre si battono per i propri interessi. Inoltre, a parte il Giornale, i mass media e molti settori della «intellighenzia» cittadina non sono certo favorevoli al Centro-Destra e questo influisce sicuramente anche sulla scelta elettorale. Ma per quanto difficoltoso, il nostro compito era (è e sarà) capire e dare delle risposte concrete alle aspettative e ai sogni di chi potrebbe votarci, ma non l'ha mai fatto.
Per questo credo che sia necessario un partito pesante e pensante, veramente radicato sul territorio, prendendo esempio non solo dalla Lega, ma anche da A.N. che già in tempi difficili aveva «sezioni», non solo a Nervi, ma anche a Cornigliano e in Valbisagno.
Indubbiamente tutti ci siamo battuti giorno e notte con il massimo delle possibilità, ma alcuni piccoli errori potevano essere evitati: ad esempio se Biasotti avesse recepito l'invito de «il Giornale» di staccarsi da Roma sin dai primi mesi del 2009 e di venire in Liguria per battere e ribattere ogni singolo paese e ogni condominio di Genova, se vi fossero state più manifestazioni di partito e non affidandosi solo a quelle a favore (più o meno esplicitamente) dell'uno o dell'altro candidato, se la lista civica avesse presentato esclusivamente personaggi della società civile e non candidati fotocopia del Pdl e della Lega, se non ci fossimo adagiati sull'oggettiva repulsione dei cittadini nei confronti della Vincenzi e di Burlando (agli ultimi posti di un recente sondaggio nazionale sul gradimento di sindaci e governatori), se si fosse parlato più di programmi e di progetti per la Liguria e per Genova, evitando ogni polemica e/o divisione all'interno dello schieramento; forse ora la Liguria avrebbe un altro Governatore. Chiaramente la Storia non si fa con i «se» e con i «forse», ma voglio esprimere il mio modesto invito, a chi sarà il nostro prossimo candidato sindaco (speriamo il Sen. Enrico Musso) e il candidato presidente alle regionali tra 5 anni, a riflettere sulle piccole e grandi smagliature che vi sono state e che potevano essere evitate.
Un invito infine a tutto il Centro-Destra con l'intelligenza e lo spirito di servizio che ci contraddistingue: facciamo in modo che qualsiasi analisi del voto abbia una finalità propositiva, evitando ogni momento di discordia tra noi o soprattutto di ricerca dei colpevoli a tutti costi. Poi, senza alcuna sosta, prepariamoci con serenità ai prossimi appuntamenti, ricordando che: «non c'è notte più nera che impedisca prima o poi al sole di risorgere».
*Consigliere Comunale
Popolo della Libertà
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