Il commento Alla ricerca della sinistra/2

Come spesso accade quando c’è in ballo Garrone - a cui pure continuo a non perdonare la battuta sulla «premiata macelleria Genoa» - nei dintorni di Duccio è successo qualcosa di rivoluzionario. Il posto era il teatro Modena. L’occasione era l’incontro straordinario del ciclo Le parole fra noi della Fondazione Edoardo Garrone e dell’Archivolto, fortissimamente voluto dal padre nobile della Erg e dal suo braccio destro Paolo Corradi, con Alessandro Profumo, numero uno di Unicredit.
Profumo ha diverse caratteristiche, oltre a quella di essere interista, che costituisce il suo massimo successo di quest’anno. Due su tutte; prima: è nato e cresciuto a Genova, ma si è affermato fuori, quasi una parabola di molti dei talenti della nostra città. Seconda: è un banchiere che ha votato alle primarie del Pd. In realtà, praticamente tutti i banchieri hanno votato alle primarie del Pd - certificando definitivamente la mutazione antropologica da partito degli operai a partito dei banchieri - ma, chissà come, nell’immaginario collettivo è passato il fatto che ha votato Profumo. Un po’ è per l’impegno torrido di sua moglie Sabina, un po’ è perchè Profumo ha il phisique du rôle.

Comunque sia, il voto che si ricorda alle primarie è il suo. Addirittura, si ricorda più il fatto che fosse in coda davanti ai seggi piddini Profumo, piuttosto che il risultato stesso delle primarie. A proposito, vi ricordate chi ha vinto? (...)

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