Il commento Se Musso è l’anticorpo al trasformismo

La scorsa settimana, il Venerdì di Repubblica ha dedicato un lungo articolo di Antonello Caporale ai trasformisti, la legione straniera dei parlamentari che cambiano gruppo. Ovviamente, criminalizzando o prendendo in giro i «Responsabili» e tutti coloro che sono entrati in maggioranza o sono tornati sotto le insegne berlusconiane negli ultimi tempi.
Solo uno dei citati nell’articolo di Caporale, che pure è un giornalista divertente e sempre piacevole da leggerlo, un collega simpatico, si alzava di parecchie spanne sopra tutti gli altri: Enrico Musso, per cui il censore di Repubblica spende parole di miele, nemmeno parlasse di una via di mezzo fra Alcide De Gasperi, Ferruccio Parri, Giuseppe Saragat e Giulio Einaudi.
Sentite un po’: «Enrico Musso, un professore genovese improvvisamente rapito dalla politica e temprato nell’agone, nel volgere di pochi mesi ha iniziato ad avvertire di essere diventato un uomo vagante, corpo estraneo, fantasma che cammina: “Ti vogliono totalmente rincoglionito. Hai una sola cosa da fare: papparti la vacanza romana, l’indennità di riguardo e dormire o passeggiare. Quando ti chiamano, pigi il pulsante.

Il tipico senatore on demand». Ma Musso si annoiava nella nullafacenza e, pur essendo berlusconiano, iniziò a potestare: «Io, purtroppo, leggo le leggi che dovrei votare e se fanno schifo lo dico. Il Parlamento non fa per me». (...)

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