Scusate, ma ci scappa da ridere. E non per i piloti in armatura costretti a deambulare in mezzo alle pozze e non ai pozzi del Qatar. Ci scappa da ridere pensando allemiro Bin qualcosa che sotto il diluvio ha sudato freddo temendo che il Gran premio by night fortissimamente voluto saltasse direttamente allanno prossimo o addirittura a mai più. Ci scappa da ridere ricordando che domenica la classe 125 è stata ridotta a quattro giri per uragano nel deserto; ci scappa da ridere rammentando che la 250 è stata accorciata a tredici giri; ci scappa da ridere perché a un niente dal via dellattesissimo duello Stoner-Rossi è scappato da piangere al Dio dello sport che ha riversato tutta la sua tristezza inondando la pista di Losail di gocce grandi come non mai.
La verità è che il Dio dello sport si sta stancando, non ha nessuna voglia di trasformarsi in un dio dello spot, dellaudience a tutti i costi che accende fari nel deserto, che sposta gare allimbrunire, che subriaca di inutili trovate. Perché ha ragione Valentino quando dice «bisogna chiarire una volta per tutte se conta di più lo sport o lo show», perché quando la velocità è molta non si gioca con le previsioni del tempo e la luce e la vita di gente seria che ha il suo da fare nel controllare moto e auto. Già, le auto.
Il commento Se lo sport diventa uno spot
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