Il commento La sfida dell’Ue per i nostri giovani

Che cosa rappresenta l’Unione Europea per i giovani italiani: libertà di circolazione oppure alternativa qualificata al mercato del lavoro? Oggi per i giovani l’Europa significa moneta unica, poi libertà di movimento e infine l’aumento delle possibilità di trovare lavoro. Poter stabilirsi, studiare e lavorare in uno qualsiasi degli Stati membri resta uno dei principali significati che attribuiscono al concetto di Unione europea. Eppure non a tutti viene in mente d’intraprendere una carriera nell’Ue.
Oltre 50.000 funzionari lavorano oggi nelle istituzioni comunitarie, i due terzi dei quali presso la Commissione Europea. A queste cifre si devono aggiungere circa 25mila operatori delle oltre 30 agenzie europee, numero in costante crescita, distribuite nei paesi dell’Unione. Nuove funzioni, come gli «agenti a contratto», con durata limitata, sono state aggiunte recentemente e contano altre migliaia d’addetti. Tenuto conto che le attività strettamente legate alla vita dell’Ue sono in continua evoluzione, si stima una necessità di circa 75mila addetti. Appare evidente che la dimensione europea offra opportunità di lavoro molto interessanti a chi voglia operare in ambito internazionale. Infatti, si può ipotizzare un turn-over potenziale di 3-4 mila persone l'anno, di cui circa l'11% potrebbe spettare all'Italia (l'11% è la quota del contributo italiano al bilancio Ue). Lavorare nelle istituzioni europee significa svolgere un’attività avvincente e dinamica che fornisce un prezioso contributo alla prosperità dell’Europa, significa avere l’opportunità di viaggiare in vari Paesi e di collaborare con colleghi di diversa provenienza, significa avere la possibilità di cambiare funzioni nel corso della carriera, ampliando qualifiche e competenze. Occorre, tuttavia, ribadire che sono richieste un livello d’eccellenza in conoscenze, capacità professionali e padronanza linguistica, oltre che capacità analitiche, organizzative, di comunicazione e di gioco di squadra, capacità d’adattarsi facilmente a persone e ambienti diversi ed essere in grado di lavorare in un contesto multiculturale.
Da oggi sarà più facile accedere alla carriera europea grazie al ripensamento delle disposizioni che regolano le assunzioni. L’Ufficio europeo di selezione del personale (Epso) ha, infatti, introdotto una procedura più snella per selezionare i futuri funzionari dell’Ue che prevede una maggiore rapidità nello svolgimento del concorso, la pubblicazione di bandi a cadenza annuale, la valutazione delle competenze, oltre che delle conoscenze e capacità professionali. La nuova procedura di selezione prevede due fasi: una preselezione mediante prove al computer, che si svolgerà nei Paesi Membri e una valutazione basata su prove pratiche, che si effettuerà a Bruxelles. Concretamente quali carriere si possono intraprendere? Si può aspirare a ricoprire la carica di funzionari permanenti o come amministratori con funzioni di analisi o con ruoli di sostegno a livello di segreteria, amministrativo, finanziario, di comunicazione. A fianco di questi profili “strutturati”, ci sono i tirocini retribuiti, aperti ai laureati di università o d’istituti equivalenti: i campi di applicazione vanno dall'ambito giornalistico a quello generalista, dai traduttori a interpreti di conferenza o addirittura nell'ambito della disabilità. Sul sito Internet dell'Epso si possono recuperare le informazioni necessarie.

Al di là dei requisiti tecnici richiesti, credo che chi intenda intraprendere tali percorsi, debba essere dotato d'impegno e determinazione. Siamo di fronte a una nuova sfida che sarà certamente raccolta dai giovani.
*Europarlamentare PDL
Coordinatore giovani deputati PPE

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