Le commesse dall’estero come premio all’eccellenza

Fiore all’occhiello della politica di diversificazione di Garioni Naval sono tre commesse di caratura europea vinte proprio per l’intuitività innovativa che, dalle caldaie industriali alle energie alternative, ha tracciato un nuovo corso nei tempi attuali di crisi, ma anche di opportunità per alcuni settori emergenti. «Parliamo di valori importanti in un territorio del tutto nuovo, quello delle energie rinnovabili appunto, a forte crescita esponenziale - spiega l’amministratore delegato Luca Garioni - dove un ordine, per pur piccolo che sia, vale comunque almeno 1,5 milioni di euro. Le nuove commesse acquisite sono rappresentate da due impianti da 34 megawat per il recupero di calore su motori che bruciano olii vegetali (biomasse liquide) e da un impianto a biomasse da 7 megawatt elettrici nel nuovo polo universitario di Liegi destinato anche al teleriscaldamento». Progetti importanti, quindi, che stanno riconfermando la volontà espansiva e il successo di Garioni Naval in Europa.
Quella dell’azienda bresciana è una storia industriale molto italiana che affonda le sue radici nella capacità ingegneristica di un giovane laureato, Giacomo Garioni, padre dell’attuale amministratore, che aveva collaborato alla progettazione e alla costruzione della prima caldaia industriale a tubi da fumo trasportabile, monoblocco. La vocazione innovativa diventa filosofia aziendale fin da subito e da normale costruttrice di caldaie, la Garioni Macchine Termiche, fondata nel 1961, dopo pochi anni propone anche la prima caldaia italiana a circolazione forzata per la produzione di vapore, un’altra innovazione che la società cavalca e vende. Ben presto l’azienda diventa leader nella costruzione di macchine generatrici di vapore. Nel 1993 la fusione con Naval fa nascere l’attuale Garioni Naval, che si espande anche nel settore navale.
Il passaggio generazionale vede impegnato per lunghi anni Luca Garioni a vendere i prodotti innovativi dell’azienda paterna in giro per mezzo mondo, ma soprattutto nel Far East, dove, trasferitosi a Hong Kong, getta le basi per l’espansione del gruppo nell’area Asia-Pacifico. Oggi le leadership mondiali d’innovazioni tecnologiche non si contano con una mano e il fatturato aggregato 2008 di gruppo ha toccato i 60 milioni, con un Ebitda del 10% e numeri da vero primato industriale.
Oltre tremila tonnellate d’acciaio lavorate ogni anno, 22mila impianti «chiavi in mano» istallati negli ultimi anni in tutto il mondo, più di mille grandi boiler venduti all’anno insieme a seimila bruciatori. E ancora, oltre 150 grandi navi attrezzate con caldaie e impianti a recupero energetico. Sei siti produttivi, di cui uno in Svezia a Göteborg, dove ha sede la controllata S-Man, come già detto, leader europea nel settore navale. Presenza in 60 Paesi con un export che ha raggiunto, nel 2008, il 70% della produzione.

Garioni Naval, 250 operai e impiegati, oltre 100 agenti nel mondo, è a capo di un sistema di sette aziende - controllato a sua volta dalla holding Euroboilers (65% fondo di private equity Cape e 35% management) - che operano nelle varie fasi della filiera produttiva e in aree geografiche specifiche.
«Oggi la società - conclude Garioni - è anche una delle più dinamiche realtà di co-design tecnologico in Europa ed è, quindi, partner creativo dei maggiori gruppi che operano nell’energia».

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