Il commissario ottiene una settimana di tregua E il trotto torna a correre

Anche in questo 2011 appena cominciato i venti di guerra spazzano impetuosi il tribolato fronte dell'ippica di casa nostra. E non potrebbe essere altrimenti: senza scadere nella retorica, infatti, qui c'è in ballo davvero il destino di un settore glorioso che dà lavoro a 50mila famiglie. Ritardi, inadempienze, soprusi, incapacità, clientelismo e potremmo andare avanti ancora a lungo per caratterizzare l'ultimo decennio che ha portato il settore sull'orlo del baratro. Un mixer reso ancor più esplosivo dal miope pressappochismo delle categorie che spesso hanno brillato per ingenuità, incoerenza, scarsa lungimiranza e, spiace doverlo dire, anche manifesta incapacità. Il commissario straordinario dell'Unire, Claudio Varrone, è venuto incontro alle richieste di alcune categorie che hanno bloccato l’attività del trotto il primo e 2 gennaio, fissando ieri a Roma un incontro anticipato rispetto alla precedente convocazione già prevista per l' 11 gennaio, data giudicata però troppo lontana. La protesta riguardava il congelamento per due mesi del nuovo calendario 2011, accolto con favore da una parte cospicua delle categorie ed inviso ad una parte non marginale degli ippodromi. Dopo tre ore di vivace confronto si è arrivati ad una tregua di una settimana: le categorie si sono armate di buona volontà e toglieranno subito il blocco alle corse di trotto, mentre il commissario Varrone ha riconvocato tutti per martedì 11 gennaio quando presenterà una nuova stesura del calendario con tagli agli ippodromi meno produttivi. Una considerazione: da calcoli verosimili il blocco del trotto è costato 5 milioni di euro, possibile che non ci fossero i presupposti per evitare questo spreco in tempi di crisi nera?
Ippica cornuta e mazziata anche dai mass media che ormai fanno sempre più a gara per snobbarla. In questi primi giorni dell'anno, come vuole la tradizione, sono stati versati fiumi d'inchiostro per celebrare gli «eroi» dello sport. Non una riga o quasi sul driver Enrico Bellei che ha conquistato il quindicesimo scudetto con il favoloso record di 538 vittorie nell'annata e sul fantino Mirco Demuro che in una settimana ha vinto in Giappone due fra le corse più importranti del pianeta davanti a 130mila spettatori in delirio. Due stelle di prima grandezza che il mondo ci invidia, ma che sui nostri media hanno meno spazio di un calciatore di serie B. Siamo lontani veramente anni luce dall'Inghilterra dove il fantino in ostacoli Tony McCoy è stato proclamato «personaggio dell'anno» nello sport britannico nel corso della cerimonia dei BBC Awards (12.000 presenti). Quindici volte frusta d'oro nella specialità, McCoy in aprile ha vinto il Grand National di Liverpool in sella a Don't Push It. McCoy ha ricevuto il premio dalle mani da Cesc Fabregas, la stella dell'Arsenal. E' il primo «ippico» a ricevere l'ambitissimo trofeo della televisione britannica.

Enrico Bellei e Mirco Demuro non sono in assoluto certamente inferiori a McCoy, eppure sui nostri mass media sono materia soltanto per Chi l'ha visto? E poi ci si domanda ancora perché l'ippica di casa nostra rischia di sparire.

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