Il commissario Rebaudengo tra indagini e buona tavola

Cristina Rava, già autrice nel 2006 di un saggio «I giovedì di Agnese. Donne in guerra», torna in libreria, ma questa volta con un romanzo noir e di tutt’altro sapore: «Commissario Rebaudengo. Un’indagine al nero di seppia». Cosa c’entrino le seppie nel titolo non è del tutto chiaro, o meglio, forse inizialmente nemmeno ci si chiede il perché della scelta di questa metafora, ma nella vicenda ogni parola, a partire dal titolo, ha un senso che sapientemente e con il giusto ritmo si ricompone pagina dopo pagina in un puzzle perfetto e originale. Nella tranquilla e amena cittadina di Alassio scompare un uomo e si trova il cadavere di una giovane donna strangolata. Il commissario Bartolomeo Rebaudengo, piemontese «cresciuto a fette di raschera, dolcetto e bagnacauda» e da pochi anni trasferitosi in Liguria deve affrontare così la sua prima e difficile prova e troverà un inaspettato aiuto in Ardelia Spinola, medico legale e ottima cuoca. Un noir che, a tratti, assume le caratteristiche di un thriller, giusta suspence e qualche colpo di scena ben congeniato. Ottimo lo stile: le pagine scorrono rapide e sono così ben tratteggiati sia i personaggi sia gli ambienti che con poca fatica si potrebbe trarre dal romanzo il testo per una sceneggiatura. E si ride anche perché il commissario benlungi dall’essere un supereroe è un uomo con tutte le sue buffe debolezze e che, se all’inizio sembra burbero e silenzioso, si mostra poi un personaggio spiritoso, amante della buona cucina e capace di innamorarsi.

Un libro davvero piacevole che potrebbe essere l’inizio di una bella serie noir e che di sicuro fa proprio venir voglia di rivedere il commissario Rebaudengo e la sua «dottoressa dei morti, piena di vita», alle prese con un nuovo caso.
«Commissario Rebaudengo. Un’indagine al nero di seppia» di Cristina Rava, Fratelli Frilli Editori, 11 euro, 264 pagine.

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