Roberto Fabbri
«È inaccettabile che il processo di adesione della Turchia allUnione Europea sia reso ostaggio della questione cipriota, anche se è chiaro che Ankara ha il dovere di favorire una soluzione di tale questione». Il commissario dellUe al Commercio, il britannico Peter Mandelson, scende in campo e offre sostegno alla linea di Londra sulla questione turca, nettamente favorevole allaccoglimento del futuro, ingombrante (in tutti i sensi) membro dellUnione.
«Ladesione della Turchia - ha detto ancora Mandelson - deve continuare a essere un grande obiettivo strategico, ed è una delle due-tre prove importanti per lUe, che deve assolutamente essere superata con successo». Il «ministro» dellUnione ha aggiunto che siamo in un momento in cui «tutti, non solo la Turchia, hanno il dovere di impegnarsi per trovare una soluzione».
Il problema per i Venticinque, attualmente, è quello di come reagire al rifiuto da parte turca di aprire i propri porti e aeroporti al traffico proveniente da Cipro, che è appunto uno dei Paesi membri e che minaccia, con il diritto dalla sua parte, di bloccare i colloqui di adesione di Ankara se questo rifiuto non sarà superato. Una questione annosa, collegata alloccupazione turca del nord dellisola di Cipro, dove nel 1983 è stata proclamata unilateralmente una Repubblica che solo Ankara ha riconosciuto.
Il governo di Nicosia (ossia della parte greca dellisola, la sola Cipro che ha il diritto di fregiarsi di questo nome e che in quanto tale fa parte dellUnione europea dal maggio 2004) ha dunque la ragione dalla sua parte, ma la questione delladesione della Turchia ha un peso tale da spingere diversi Paesi membri a scegliere di far prevalere le ragioni della politica. Così Gran Bretagna, Spagna, Italia e Svezia; mentre Francia, Germania, Polonia, Grecia e ovviamente Cipro sono su posizioni più rigide, come rimarcato nei giorni scorsi.
Ieri, tuttavia, al vertice franco-tedesco-polacco di Weimar è stato deciso di rinunciare allultimatum di diciotto mesi rispetto alla questione cipriota caldeggiato dal cancelliere tedesco Angela Merkel per la Turchia. E anche il ministro degli Esteri cipriota Lillikas ha detto di considerare sufficiente «che sia prevista una nuova revisione sul processo di adesione di Ankara». Per la Merkel a questo punto andrebbe bene se la Commissione relazionasse sul rispetto dei suoi obblighi da parte della Turchia in un periodo imprecisato compreso tra le elezioni turche del novembre 2007 e quelle europee del maggio 2009. La questione sarà comunque affrontata lunedì dal Consiglio dei ministri degli Esteri dellUe, e auspicabilmente definita al Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre.
Intanto il Papa, a pochi giorni dalla conclusione del suo viaggio in Turchia, è tornato sullargomento delladesione di Ankara allUe.
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