Dagli Stati Uniti a Reporters Sans frontiers (Rsf), dal presidente Napolitano alle Nazioni Unite, le violenze culminate ieri nellassalto finale alle camicie rosse, in cui è morto il reporter italiano Fabio Polenghi, hanno scatenato reazioni a catena nel mondo. Il segretario generale dellOnu, Ban Ki-Moon si è detto «profondamente preoccupato» per la spirale di violenza in Thailandia. Da Roma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, inviava intanto alla famiglia un messaggio «commosso» di partecipazione al dolore, per poi unirsi al «cordoglio del mondo dellinformazione per la tragica scomparsa di Fabio», «caduto mentre documentava in prima linea la drammatica realtà degli ultimi scontri a Bangkok, con il coraggio e la passione per la professione che fanno onore al giornalismo come missione di verità e di libertà». Le violenze hanno provocato ieri 59 feriti, tra cui tre reporter stranieri. E un portavoce del Dipartimento di Stato americano ha condannato «gli incendi dolosi e gli attacchi contro i giornalisti» da parte dei manifestanti impegnati in dimostrazioni contro il regime locale.
Per Rsf quei due morti e cinque feriti tra i reporter sono «un bilancio pesantissimo». Lorganizzazione punta il dito contro le autorità thailandesi «che non hanno fatto grande attenzione alla protezione dei giornalisti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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