Commozione e rimpianti per l’ultimo saluto a Gigi

Se Gigi Sabani avesse potuto salutarci per l’ultima volta magari ci avrebbe semplicemente detto «a frappè» come era solito fare prima della pubblicità. Una sciarpa della Roma allacciata a un manico del feretro, rose rosse lungo la navata, e molte corone di fiori, dal sindaco Walter Veltroni, dal presidente della Provincia e della Regione Enrico Gasbarra e Piero Marrazzo, a rendere più colorato l’ultimo e prematuro abbraccio al re degli imitatori. La chiesa degli artisti era gremita, assieme ai familiari il figlio Simone l’ex moglie Rita Imperi e la sorella Isabella, gli amici e tanti colleghi, da Valerio Merola a Christian De Sica, a Mara Venier. All’esterno la folla commossa ha aspettato in silenzio l’uscita della bara prima di esplodere in un caloroso applauso. C’era tra questi anche un signore che reggeva in mano un foglio bianco con su scritto «Gigi, è solo un’imitazione, vero?». «Non ci posso ancora credere - ha detto l’ammiratore -. Vorrei che questa fosse solo la sua ennesima imitazione». Gigi Sabani avrebbe compiuto 55 anni il prossimo 5 ottobre, se ne è andato prima di poter salutare il suo pubblico che da tempo lo attendeva in televisione. L’amarezza che il comico aveva dichiarato di provare, anche nelle ultime interviste, per l’assenza dai teleschermi è stata più volte ribadita nelle parole dei colleghi che sono intervenuti durante la funzione. «Vorrei che quello che ti è successo - ha affermato Teddy Reno - servisse a evitare ad altri ciò che ti è capitato. Vorrei che il tuo sacrificio servisse a questo nostro mondo dello spettacolo, che si ricorda degli amici quando sono morti e non quando sono vivi». La sua prima apparizione in tv risale al 1979 quando si esibì in una breve performance durante il programma «La Gondola d’oro» prima di calcare il palcoscenico di «Domenica in» a fianco di Pippo Baudo. C’era anche Baudo tra i colleghi presenti al funerale, appariva triste e provato a fianco della sorella di Sabani, tra le cui braccia si è spento l’attore. «Mi auguro e mi illudo che ci sia un paradiso degli artisti - ha affermato Pippo Baudo - dove potrai incontrare colleghi che se ne sono andati prima di te».

Ma durante la funzione non solo parole di sconforto e amarezza, anche uno slancio consolatorio per rendere meno triste l’estremo saluto al più grande imitatore italiano degli ultimi trenta anni. «Hai imitato tante voci - ha ricordato dall’altare un amico di Sabani - io spero che continuerai a imitare la voce misericordiosa e del Padre Eterno, e chissà quante risate vi farete insieme nel regno della verità».

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