«Compagni cinesi, all’estero non sputate»

Il partito stila un vademecum per i viaggi: «Non fateci fare brutta figura»

Mi raccomando, all’estero non sputate. I cinesi hanno scoperto il turismo e il governo, sempre attento alla buona reputazione dei propri cittadini, dà qualche consiglio per chi si trova in un Paese straniero. L’etichetta, anche quella che, in patria, passa spesso inosservata, va rispettata almeno di fronte agli altri, soprattutto se ci si trova a casa loro.
Il monito del Comitato dirigente per la civilizzazione spirituale è uno solo: «Non fate fare brutta figura al vostro Paese». «Il comportamento di alcuni viaggiatori cinesi - spiega una circolare, riportata ieri dal quotidiano britannico The Times - non è adeguato alla potenza economica della nazione e al suo ruolo internazionale prestigioso». Abitudini ancora tollerate nella madrepatria, come quella di sputare (una consuetudine che la Repubblica Popolare prova da tempo a sradicare, a forza di cartelli e proibizioni, con le Olimpiadi di Pechino all’orizzonte), all’estero sono assolutamente da evitare. Quando si è in compagnia di altre persone non bisogna schiarirsi la voce troppo platealmente (magari liberandosi anche del catarro residuo) e neppure fare troppo rumore, soprattutto in aeroporti, bar o musei. E non urlare al cellulare. Il tono di voce troppo squillante è uno dei crucci delle autorità: spesso, una normale conversazione fra amici può apparire una rissa. I viaggiatori perfetti, poi, non devono saltare la coda, accovacciarsi nei luoghi pubblici o fumare dove è vietato, specialmente in Europa e nel Nord America. La sporcizia (e le gomme da masticare appiccicate su marciapiedi e monumenti) tollerata nelle città cinesi, poi, non va diffusa anche all’estero: la spazzatura è da gettare nei cestini, e non per terra. Anche l’abbigliamento vuole la sua parte e, quindi, niente pantaloni e maniche di camicia arrotolati in attesa del check-in all’aeroporto, soprattutto in località tropicali o del Sud-Est asiatico dove il caldo è più difficile da sopportare e, una volta in volo, meglio non togliersi le scarpe o i sandali (anche se, sul tema, i cinesi non detengono certo il copyright). Il partito raccomanda anche ai cittadini di lavarsi bene le mani prima di ogni pasto: una regola che, più che di buona educazione, sarebbe di igiene personale. Meglio però non lasciare nulla al caso, anche perché, fra i 31 milioni di cinesi che l’anno scorso hanno viaggiato all’estero, molti appartengono alla casta dei nuovi ricchi ma, non per questo, anche dei più gentlemen.

Il partito vuole diffondere volantini informativi nelle stazioni, negli hotel, nelle agenzie di viaggio, nelle scuole e nei luoghi di lavoro, oltre che attraverso i mezzi di comunicazione. Il pubblico è di proporzioni cinesi: entro il 2020, il numero di viaggiatori all’estero dovrebbe raggiungere i 100 milioni l’anno.

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