Basilare anche la presenza
di un comparto garantito,
che possa garantire la
somma dei contributi netti
versati nel comparto, contro
fluttuazioni negative dei
mercati. Meglio ancora se
in abbinamento al capitale
garantito è offerta anche
una garanzia di rendimento
minimo annuo (di norma
1-2% annuo) o come in alcuni
casi, un rendimento minimo annuo
pari al tasso di inflazione
registrato nell’anno
precedente. Importante
anche qui, esaminare con
attenzione i casi in cui è riconosciuto
il diritto alla garanzia;
di solito per pensionamento,
decesso, invalidità
permanente e in occupazione
per più di 48 mesi.
Il life-cycle
Sarà opportuno valutare
anche l’esitenza di meccanismi
automatici che riducono
al minimo la possibilità
di scelte di investimento errate,
che potrebbero compromettere
negli anni prossimi
al pensionamento il patrimonio
accumulato. Quali,
ad esempio, i sistemi di
life-cycle, cioè l’automatica
riallocazione annuale del
montante costituito, in base
all’età raggiunta dall’aderente,
che diminuiscono
progressivamente il grado
di rischio dell’investimento
in relazione agli anni residui
al pensionamento.
Aderendo al percorso life cycle,
l’iscritto vedrà gradualmente
passare il montante
accumulato dal comparto
ad alto contenuto azionario
a quello bilanciato,
poi obbligazionario fino a
quello garantito con il progressivo
avvicinarsi all’età
del pensionamento. Inutile
dire che un meccanismo del
genere è fortemente consigliato,
a discapito di coloro
che opteranno per strategie
fai-da-te.
L’indicatore dei costi
Reperibile nella «scheda
sintetica» (sezione D.6), è in
sintesi un semplice esempio
che permette di percepire
immediatamente l’incidenza
percentuale totale dei costi
del fondo pensione sulla
posizione maturata. È stimato
per legge facendo riferimento
a un aderente-tipo
che versa un contributo annuo
di 2.500 euro e ipotizzando
un tasso di rendimento
annuo del 4%; ovviamente
ha una valenza meramente
orientativa, ma è comunque
un utile strumento per
rendersi conto immediatamente
se i costi della forma
pensionistica complementare
sono equi o sbilanciati
verso l’alto. Il consiglio è
quello di confrontare questo
elemento tra i diversi
fondi pensione che vi interessano.
I rendimenti passati
Presenti in forma gabellare
nella «scheda sintetica»
(sezione D.3). Premesso che
i rendimenti passati non sono
assolutamente indicativi
di quelli futuri, possono però
essere un buon indicatore
per testare la bontà del
gestore. Ovviamente serviranno
anche a far comprendere,
ad esempio, a un venticinquenne,
che una linea garantita
difficilmente potrà
per formare molto più del
minimo garantito. Occhio alla
colonna finale denominata
«rendimento medio annuo
composto», dà l’indicazione
del rendimento annuo
effettivo fino
ad oggi conseguito
nel comparto
del fondo pensione.
La Covip
È buona cosa
non aver fretta a
scegliere il proprio fondo
pensione. Infatti a breve la
Covip renderà note le modalità
di redazione del progetto
esemplificativo di una forma
previdenziale complementare.
Il potenziale aderente
potrà andare al proprio
sportello bancario, dal
proprio promotore finanziario
o anche sul sito internet
del fondo negoziale e inserendo
i dati personali e contributivi
ottenere una simulazione
sulla possibile evoluzione
della posizione individuale
nel tempo e sull’importo
delle prestazioni che
potrebbe ottenere al momento
del pensionamento.
Nonostante si tratti di una
mera proiezione, basata su
ipotesi e dati stimati, il progetto
è però utile per avere
un’idea immediata del piano
pensionistico che si sta
costruendo e di come gli importi
delle prestazioni possono
variare al variare, ad
esempio, della contribuzione,
delle scelte di investimento,
dei costi e così via.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.