Le alternative possibili, i contributi al fondo e i vantaggi con il Fisco Queste le prestazioni previste
Gli italiani sono ancora riluttanti allidea di rinunciare alla «cara liquidazione»
Un lavoratore che ha deciso di destinare il Tfr alla previdenza complementare, prima di comunicare la scelta al datore di lavoro dovrà aderire a una forma previdenziale integrativa. Ma come fare a scegliere il fondo pensione più adatto? È una scelta che deve essere ben ponderata e per farlo è opportuno sfruttare buona parte dei quatto mesi che ci separano dalla scadenza del 30 giugno
Londra spinge da anni la previdenza complementare e Washington è in attivo
È basilare la presenza di un comparto garantito che possa garantire la somma dei contributi netti versati contro fluttuazioni negative dei mercati. Meglio ancora se in abbinamento al capitale garantito è offerta anche una garanzia di rendimento minimo annuo o un rendimento minimo annuo pari al tasso di inflazione registrato nell’anno precedente
Che cosa scegliere tra fondo di categoria, fondo pensione aperto o piano previdenziale integrativo assicurativo (Pip o Fip)? Il primo punto importante non è che cosa scegliere, ma che cosa il lavoratore potrebbe perdere se non opterà per il fondo di categoria
Consultare le strutture competenti: banca, gestore, assicurazione
I lavoratori dipendenti, per esprimere la propria scelta su dove allocare il Tfr, dovranno utilizzare i due moduli allegati al decreto, Tfr 1 e Tfr 2. Non devono compilare alcun modulo i lavoratori che al 31/12/2006 abbiano già scelto di aderire a un fondo complementare
Il Tfr non rimane più presso il proprio datore di lavoro ma passa nelle casse delle Stato. Chi lavora in aziende con almeno 50 dipendenti, se decide di mantenere l'attuale disciplina del Tfr vedrà accantonare le proprie quote di Tfr mensili presso un apposito fondo gestito dall'Inps
Il modulo «Tfr-1» per gli assunti prima del 31 dicembre 2006