Sui campi da tennis René Lacoste era un autentico divoratore d’avversari, non mollava mai la preda come fanno i coccodrilli. Così la stampa americana gli affibiò quel soprannome che sarebbe diventato emblema della tenacia dei campioni e simbolo di una fortunata case history imprenditoriale. «Tutto ciò che ha valore nella società umana dipende dalle opportunità di progredire che vengono accordate a ogni individuo » rifletteva Albert Einstein. A Lacoste la vita ne ha concesse tante: essere un fuoriclasse, avere un’intelligenza rara, poter contare sull’amore e sull’amicizia.
Nel 1927 il suo amico Robert George gli disegnò il coccodrillo da ricamare sui blazer che sfoggiava in campo. Tutto sarebbe finito qui se René non avesse avuto anche il pallino delle invenzioni - negli anni ha brevettato, fra le altre cose, anche nuove racchette - e non si fosse messo in testa di risolvere un problema: creare il miglior indumento per giocare nel più assoluto comfort. Scoprì che l’ideale era una via di mezzo fra camicie e T-shirt. Nacque così la polo che ancora oggi ha colletto a costine, maniche corte, spacchetti laterali e un tessuto straordinario come il “jersey petit piquet” perfettamente in grado d’assorbire il sudore. Il severo dress code del tennis di allora - tutto bianco, con camicie inamidate e polsini allacciati - aveva ricevuto una feroce spallata dalla modernità. Presto la polo, all’inizio rigorosamente all white, divenne l’oggetto più desiderato sugli eleganti campi da gioco di tutto il mondo e nella vita di tutti i giorni. Portava non a caso la firma di un dandy del tennis il cui gusto era armoniosamente in sintonia con quello di Simone Thion de la Chaume, premiatissima campionessa di golf che sarebbe diventata sua moglie. Quando nel 1930 si sposarono, Parigi si fermò, estasiata dalla loro eleganza.
Nel 1933 René decise di commercializzare la sua idea e con André Gillier, proprietario della più grande azienda di maglieria di Francia, fondò una società per la produzione del modello 1212 con tanto di coccodrillo verde ricamato sul petto: era la prima volta che un marchio veniva allo scoperto. Da allora sono passati 75 anni e la semplice polo s’è trasformata in un “lifestyle brand” con numeri davvero eccezionali. Nel 2007 sono stati venduti 58 milioni di articoli, due ogni secondo in tutto il mondo, con un fatturato di 1.557 miliardi di euro realizzato attraverso 1.000 boutique monomarca, 2.000 corner nei grandi magazzini, punti vendita specializzati e negozi sportivi. Per un marchio che gode di una riconoscibilità del 73 per cento sulla popolazione mondiale, la parola successo è d’obbligo: la leggenda è diventata mito e il suo fondatore, spentosi nel 1996 all’età di 92 anni, non finirà mai nell’oblio grazie alla sua genialità e alla bravura dei suoi figli.
Il primo ad assumere la carica di presidente della società fu Bernard. Poi nel 2005 è arrivato Michel che tuttora è presidente mentre amministratore delegato, dal 2008, è Christophe Chenut. La società - 65% di proprietà della famiglia Lacoste e 35 di Devanlay, ossia della famiglia Maus - controlla e coordina le diverse licenze: Devanlay per l’abbigliamento uomo donna e bambino, Pentland per le calzature, Procter&Gamble per i profumi, Samsonite per gli accessori in pelle, Charmant per gli occhiali, Movado per gli orologi, Zucchi (e Uchino in Giappone) per i tessuti d’arredo, Collaert per le cinture. La collezione primavedella Francia, fra Biarritz e di St. Jean de Luz dove sono nati i valori familiari del brand». In questa zona, infatti, si trova il famoso campo da golf Chantaco creato nel 1928 dal padre di Simone Thion de la Chaume e perciò di proprietà della famiglia.
Da questa atmosfera è nato un gruppo di proposte chiamate Club e caratterizzate da un coccodrillo bianco di 7,5 centimetri, la dimensione originale, ricamato sul blazer in lino candido che gli uomini chic portano su pantaloni nello stesso tessuto e colore con una cintura basca in uno squillante tono di paprika. Del resto la chiave del successo secondo Lemaire sta nel rimanere fedeli alla tradizione senza radicarsi al passato ma creando capi perfetti per un guardaroba contemporaneo. Dello stesso segno il feeling che la società ha con il mondo dello sport: sponsorizza molti assi fra tennisti e golfisti oltre a prestigiosi eventi internazionali. In più dal 2006, attraverso la Fondazione René Lacoste, aiuta i giovani di tutto il mondo a trovare la propria strada nello sport e poi organizza anche la rassegna 1212 Events, che ha l’obiettivo di raccogliere fondi da elargire in beneficenza attraverso la vendita all’asta di opere di artisti, personaggi famosi, attori, musicisti chiamati a reinterpretare il coccodrillo. Una volta tanto il grande rettile non è un animale a sangue freddo.
ra-estate 2008 presentata come d’abitudine a New York nell’ambito della Fashion Week, rende omaggio al talento di Mr. Crocodile. «Mi sono ispirato all’eleganza sport-chic dello stile di vita Lacoste - ha spiegato il direttore creativo Christophe Lemaire - e a un preciso luogo d’elezione, la regione basca del sud-ovest- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.