Cronache

Compleanno con i campioni

Andrea Doria-Sampierdarenese, la storia della Sampdoria rivive in una serata d'autunno. Non solo nelle maglie, ma anche nei volti di chi ha fatto gli anni più gloriosi della società blucerchiata. Tutti insieme per un appuntamento speciale, organizzato dalla famiglia Mantovani, che ha lavorato sottotraccia chiedendo ai mass media anche un rigido silenzio stampa. Si è festeggiato il compleanno di Nicolò, 18 anni, figlio di Francesca Mantovani che, per la sua maggiore età, ha chiesto come regalo una partita di calcio tra amici. Sceso da Milano, si aspettava di affrontare una squadra di dilettanti mentre la zia Ludovica gli ha fatto trovare davanti giocatori ed ex che hanno fatto la storia della Sampdoria da Paolo ad Enrico Mantovani.
Compagni di squadra migliori non ne poteva avere. C'erano tutti, o quasi, dalla fine degli anni '70 ad oggi. Da Casagrande a Flachi, passando per Ganz, Dossena, Vierchovod, Carboni, Bellotto, Pari, Evani, Franceschetti, Montella, Bellucci Mannini, Bertarelli e tanti altri. Un elenco infinito di campioni che, nella famiglia blucerchiata, hanno trascorso anni importanti delle loro carriere. È arrivato anche Domenico Arnuzzo prima bandiera della Samp sul campo, poi dirigente blucerchiato che, con un pizzico di emozione, ha ricordato come abbia visto molti di questi ex giocatori arrivare a Bogliasco ragazzini.
Ma non solo, c'erano anche due autentiche bandiere: Gianluca Vialli, arrivato da Londra, e Marcello Lippi, l'ex ct che ha lasciato la sua Viareggio per salire fino al "Mugnaini" ricordano quando Mantovani gli disse: «Quella da allenatore sarà per lei una grande carriera». «Una grande testimonianza di come la famiglia Mantovani abbia creato un ambiente idilliaco per il mondo del calcio - ha ricordato Beppe Dossena -. Mi convinse a scegliere la Samp dopo una semplice chiacchierata». «C'è un grande legame tra i figli del presidente e chi ha indossato questa maglia in quegli anni - è stato il commento di Mannini -.

Paolo Mantovani ci ha fatto crescere con la testa prima che sul campo e per noi era un dovere, oltrechè un piacere essere a festeggiare il compleanno di suo nipote Nicky».

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