Milano«Complotto mi sembra un termine eccessivo, ma...». Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico, guarda con apprensione allinchiesta giudiziaria su Finmeccanica, colosso italiano dellaerospaziale, e agli «speculatori» in azione.
Pensa anche lei che sia in corso un attacco per indebolire lItalia?
«Il nostro Paese ha bisogno di essere governato e noi vogliamo farlo fino in fondo. In questo momento attaccare la maggioranza e il governo è una speculazione politica che fa il gioco degli speculatori internazionali».
Una speculazione politica anche linchiesta su Finmeccanica?
«Può darsi che lattacco a Finmeccanica, una delle aziende più prestigiose del Paese, sia pur di origine diversa, possa avere origini straniere nel tentativo di destabilizzare il Paese».
Come e dove pensa che possa essere nata unoperazione del genere?
«Finmeccanica è una delle aziende di eccellenza, compete su mercati internazionali con prodotti di eccellenza. Può anche darsi che ci sia la mano di qualcuno che vuole competere con mezzi sleali. Ma noi intendiamo assolutamente difendere quel che Finmeccanica rappresenta in Italia e nel mondo».
Teme che siano in atto speculazioni finanziarie?
«La speculazione può accanirsi anche in questioni finanziarie, ma non ci sono in Italia le condizioni per pensare a qualcosa di simile allIrlanda. Non abbiamo nessun motivo per essere oggetto di speculazioni internazionali, tranne che se generiamo instabilità. Larticolo della Frankfurter Allgemeine Zeitung, infatti, si riferiva solo a instabilità politica».
Vuol dire che lopposizione politica al governo lavora a favore della speculazione internazionale?
«Dico che chi pensa di arrivare alla sfiducia il 14 dicembre, con un atto di irresponsabilità e addirittura immaginando ipotesi di esecutivo di altri tipi, fa il gioco di chi vuole indebolire il governo e il Paese».
Con la rinuncia di Catricalà, lAutorità per lEnergia rischia di rimanere senza vertici. Unemergenza in più?
«Il governo non centra con la rinuncia di Catricalà. Io ho presentato in consiglio dei ministri la proposta dei cinque nomi per lAutorità dopo averla condivisa con le opposizioni. Mi spiace che Catricalà abbia dovuto rinunciare ma chi accusa il governo di non aver saputo che serviva una maggioranza ampia si sbaglia, perché il ministero dello Sviluppo economico ha condiviso le scelte soprattutto col maggior partito dellopposizione».
Che cosa si aspetta che accadrà il 14 dicembre in Parlamento?
«Sono ottimista e sereno. Penso che quel giorno ci saranno molte persone responsabili che guarderanno più agli interessi del Paese che agli interessi di parte».
I problemi di governabilità però esistono, non crede?
«Sì, è vero, ma in questo caso cè soprattutto unoperazione che gli italiani hanno capito poco, tranne che per trovare un ruolo politico a Fini e ai finiani. Ma al ruolo politico che hanno in Parlamento non corrisponde il consenso nel Paese. E il tentativo dei finiani di alzare la soglia del premio di maggioranza va contro la stabilità del Paese perché vuol dire cercare di fare in modo di non avere il premio di maggioranza e riconsegnare così il Paese ai partiti. Un ritorno pieno e totale alla prima Repubblica».
Montezemolo pensa a una lista civica nazionale.
«È inutile inventare nuovi partiti o nuove liste. Cè una maggioranza e il senso di fiducia verso il premier, al di là di quel che è successo, è ancora molto forte, a differenza che negli altri Paesi europei, dove viaggia intorno al 30 per cento. In Parlamento tutti gli eletti devono ascoltare fino il fondo il Paese e le responsabilità del Paese. Penso anche al segnale positivo che arriva dagli incontri con Marchionne».
Con la Fiat il caso è ancora aperto?
«Sì ma ho incontrato Marchionne e i sindacati che avevano chiesto unattenzione del governo sul caso hanno ragioni di maggiore tranquillià. La Fiat ha detto di voler investire 20 miliardi in Italia e mi sembra corretto che parta da Miriafiori, per cui cè già un piano industriale».
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