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«Compriamo il nostro debito, diamo una lezione ai mercati»

Non serve. Inutile anche la patrimoniale

«Compriamo il nostro debito, diamo una lezione ai mercati»

Roma «Chi mi vuole intervistare? Una televisione di informazione finanziaria? Quella che tutti i giorni ci dice che i mercati crollano? Sì passameli così li faccio chiudere». Giuliano Melani è sommerso dalle telefonate e dalle richieste di interviste. Notorietà dovuta ad un appello a pagamento che ha fatto pubblicare ieri sul Corriere della Sera. Una pagina per chiedere agli italiani di «comprare il nostro debito». In sintesi, lunedì andate in banca e acquistate titoli di stato, Btp, Cct, Ctz, in modo da creare un’onda che neutralizzi le vendite dei «ragazzini seduti dietro un computer», che stanno mettendo in croce l’Italia. Lui prenderà 20mila euro e si aspetta che molti altri lo seguano, anche con somme molto inferiori, perché «nessuno è innocente» visto che il debito pubblico lo abbiamo fatto noi cittadini. E poi perché - ci spiega con accento toscano - «non c’è rischio» e «conviene».
Intanto, lei chi è?
«Lavoro a Quarrata (Pistoia, ndr) per un’agenzia di intermediazione finanziaria e mi fermo qui. Ma la lettera l’ha mandata un cittadino stanco di sentirsi impotente».
Quando le è venuta l’idea dell’annuncio?
«Ero al cimitero per la ricorrenza dei defunti. Sono tornato a casa dove avevo qualche milione di euro da trattare, i mercati erano in subbuglio per l’annuncio del referendum in Grecia. Mi sono messo le scarpe da ginnastica, ho fatto una passeggiata. Poi ho incontrato Giordano, un mio amico che fa il contadino, e gli ho detto: più tardi parlo alla nazione».
Addirittura?
«Ho deciso che non si può vivere in un mondo dove i miei clienti perdono soldi perché Papandreou in Grecia prende una decisione».
Questi problemi se li pongono da anni i governi e le istituzioni internazionali...
«Io invece penso che dobbiamo pensarci noi da subito. Io da solo però non conto nulla, quindi ho chiesto aiuto ai fratelli concittadini italiani».
Non al governo?
«Non serve, così come non servirebbe un nuovo governo, nemmeno tecnico. I politici che dicono “se ci fossimo stati noi non sarebbe successo“ fanno tenerezza, ragazzini...».
I governi però potrebbero tagliare le spese.
«Ma anche se facessimo una patrimoniale da 100 miliardi per portare il debito pubblico da 1.900 miliardi a 1.800 miliardi, lei pensa che farebbe una qualche differenza per quei ragazzini che stanno davanti a un monitor a vendere e comprare titoli? Il problema riguarda tutto l’Occidente. La democrazia è della maggioranza e la maggioranza, purtroppo, è mediocre».
Oro alla patria, no democrazia... Come la pensa politicamente?
«La democrazia non si tocca, ho simpatia solo per il popolo italiano, quello che si sveglia la mattina pensando di fare qualcosa e poi la fa. Per i produttori».
Perché dovrebbero comprare i titoli in controtendenza rispetto agli investitori?
«Per l’emozione di sconfiggere la paura e dare una lezione ai mercati».


Li vuole chiudere?
«No, ma i popoli devono dimostrare di essere più forti di loro, liberamente».

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