Computer quantistici: si scatena la lotta per le Ia del futuro

Microsoft ha lanciato il processore "Majorana 1": potrebbe cambiare tutto

Computer quantistici: si scatena la lotta per le Ia del futuro

Nella discussione sulla tecnologia del 2025, è avvenuto anche il ritorno di Ettore Majorana. O meglio, del suo nome. L'occasione è stata la notizia, il 19 febbraio, del chip Majorana 1, introdotto da Microsoft per migliorare la stabilità necessaria per il calcolo quantistico attraverso le cosiddette particelle Majorana, in vista di una sua più chiara applicazione commerciale. Dopo il suo lancio, il progetto di Microsoft è stato discusso e criticato dalla comunità scientifica, in una prevedibile dialettica tra ambizione commerciale e realtà tecnica che caratterizza spesso questi annunci. Non è una novità che le grandi aziende tecnologiche si richiamino a grandi personalità scientifiche del passato, anche italiane, nei loro prodotti. Basti pensare, tra l'altro, alle microarchitetture Fermi e Volta di NVIDIA, che hanno accompagnato l'azienda guidata da Jensen Huang nello scorso decennio.

Il nome del chip di Microsoft ha voluto ovviamente omaggiare Majorana, il brillante fisico siciliano (nato a Catania nel 1906), la cui genialità e capacità critica era tale da essere soprannominato Grande Inquisitore tra i Ragazzi di Via Panisperna. La figura di Majorana, col suo rapporto con Heisenberg e con Fermi, è divenuta anche sinonimo di mistero, nonché un grande topos letterario, per via della sua discussa e irrisolta scomparsa nel 1938, indagata tra l'altro in un celebre libro di Leonardo Sciascia.

Il chip Majorana, essendo stato annunciato da Microsoft, richiama non solo i grandi dibattiti della scienza e dei suoi protagonisti ma anche le probabilità che le previsioni di mercato si avverino, in un settore al centro del dibattito internazionale come quello delle tecnologie quantistiche. Il 2025, designato Anno Internazionale della Scienza e Tecnologia Quantistica, riflette un crescente interesse globale. McKinsey proietta che entro il 2035, il mercato delle tecnologiche quantistiche, includendo il calcolo, la comunicazione e il sensing, genererà ricavi fino a 97 miliardi di dollari. Il calcolo quantistico ne sarebbe il motore principale, con una crescita da 4 miliardi nel 2024 a 72 miliardi entro il 2035. Altre stime, come quelle di The Quantum Insider, cercano di prevedere l'ordine di grandezza delle opportunità occupazionali del calcolo quantistico, e parlano della creazione di 840mila posti di lavoro nel prossimo decennio, soprattutto in relazione a finanza e difesa. I temi di comunicazione quantistica sono ampiamente discussi dalle agenzie di intelligence e dagli apparati di sicurezza, anzitutto per le possibilità dei computer quantistici di superare gli attuali sistemi crittografici.

Ormai, gli investimenti nelle tecnologie quantistiche non riguardano più solo la ricerca di base, ma hanno carattere applicato, non solo da parte dei governi, ma anche in un ecosistema di aziende già attive: un processo che era stato già previsto qualche anno fa da autori come Raffaele Mauro, autore del libro Quantum Computing (EGEA, 2018).

La discussione sulla maturità commerciale delle tecnologie quantistiche è vivace. Proprio quest'anno, nelle stesse settimane dell'annuncio di Microsoft sul Majorana 1, se ne è avuta una dimostrazione. Il leader di Nvidia Jensen Huang ha infatti affermato a gennaio che, a suo avviso, la maturità commerciale del quantum sarebbe arrivata non prima di 20 anni. Nel giro di qualche ora, le sue parole hanno portato al crollo delle azioni delle aziende quotate del settore. Pochi mesi dopo, durante la Gtc, la principale conferenza di Nvidia, è avvenuto un significativo incontro riparatorio: Jensen Huang ha invitato i rappresentanti di quelle stesse aziende (come D-Wave, Ionq, Quantinuum, Rigetti) e insieme hanno illustrato come i computer quantistici non avrebbero sostituito i sistemi classici, ma avrebbero lavorato in sinergia. In questo schema, il calcolo quantistico si affianca al calcolo parallelo delle Gpu di Nvidia e al calcolo tradizionale delle Cpu. La discussione della Gtc sottolineava, inoltre, come l'industria quantistica stia mostrando tassi di crescita molto più rapidi della Legge di Moore.

La corsa globale delle tecnologie quantistiche è anche un'opportunità per l'Italia che non va sottovalutata. Gli Stati Uniti possono mobilitare i capitali dei loro giganti privati (tradizionalmente Ibm, Google e Amazon, sempre più anche altre aziende, come le già citate Microsoft e Nvidia) e la Cina può far leva sugli investimenti pubblici e privati e sul suo gigantesco capitale umano. In particolare, è da tempo di interesse cinese il settore delle comunicazioni quantistiche, anche nelle applicazioni spaziali, un tema che Pechino utilizza anche per la sua diplomazia scientifica e tecnologica, nella prospettiva della via della seta digitale. Anche altre aree si stanno posizionando, dal Canada ai programmi europei, fino alle strategie degli Emirati Arabi Uniti e dell'Arabia Saudita. Come mostrato dalla recente Strategia Italiana per le Tecnologie Quantistiche, l'Italia, sebbene abbia mobilitato investimenti meno significativi rispetto a quelli dei leader internazionali ed europei, vanta una forte competenza accademica e industriale in tutti i pilastri delle tecnologie quantistiche: il calcolo, la simulazione, la comunicazione, e in particolare la metrologia e la sensoristica.

Secondo l'Osservatorio Quantum Computing & Communication del Politecnico di Milano In Italia, nel 2024 in Italia c'erano 14 aziende native nel settore delle tecnologie quantistiche, dietro Regno Unito, Germania, Francia e davanti alla Spagna. Alcune realtà interessanti si stanno già muovendo, sulla base dei poli di ricerca italiani. Un esempio è Planckian, nata a Pisa (Università di Pisa e Scuola Normale Superiore), che cerca di svolgere un ruolo pionieristico per i chip quantistici. La startup vuole fornire una piattaforma scalabile, in grado di ridurre gli errori e di aumentare l'efficienza energetica. Nel design attuale, ogni qubit richiede linee di controllo e lettura dedicate, portando difficoltà, rumori e costi elevati che ostacolano la scalabilità delle varie soluzioni. Un nuovo approccio, come quello sperimentato da questa startup italiana, potrebbe portare a una riduzione del cablaggio e della dissipazione termica, con minori costi, e a integrare processori più grandi, grazie a meno linee di controllo.

Torniamo ancora a Majorana. Un volume del 2016 del filosofo Giorgio Agamben, Che cos'è reale? La scomparsa di Majorana (Neri Pozza), ha avuto il merito di ripubblicare il saggio postumo del fisico, Il valore delle leggi statistiche nella fisica e nelle scienze sociali, inizialmente diffuso all'inizio degli anni '40. In questo scritto, importante anche in ottica filosofica, Majorana poneva una critica fondamentale al determinismo assoluto, argomentando sulla sua contraddizione "irrimediabile" se vista attraverso "i dati più certi della nostra coscienza". Nel testo, Majorana insiste sul carattere probabilistico della meccanica quantistica, ed estende il suo approccio anche ai fenomeni sociali, per esempio suggerendo che un "fatto vitale" semplice, invisibile e imprevedibile possa essere all'origine degli eventi umani, dando all'incertezza un ruolo non solo legato ai limiti della conoscenza, ma dentro ogni sistema complesso, sia fisico che sociale.

Dalla profonda interrogazione sul senso e sulle caratteristiche della

realtà, accennata da Majorana, fino alla realtà del mercato, il 2025 è sicuramente un anno di domande interessanti sulle tecnologie quantistiche. Il prossimo futuro potrà darci, con ogni probabilità, anche qualche risposta.

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