Il Comune le ha abbassato il volume e Madonna «saluta» Milano

Mai più a Milano. «Non ci tornerò», ha detto ieri la popstar Madonna (nella foto), intervistata dal mensile tedesco Musik. Motivo? Non certo il poco feeling con il pubblico milanese, ma, a quanto pare, i decibel troppo bassi concessi al suo concerto dello scorso 14 luglio, allo stadio San Siro. «Una star internazionale come me non può subire limiti burocratici, questo è un affronto!», pare abbia sbottato la cantante in quell’occasione, prima di salire sul palco. E a serata ultimata, Madonna avrebbe continuato ad esternare il suo malumore: «Limitare i decibel di un concerto - avrebbe detto - è come deturpare un’opera d’arte, nonché impedire che una professionalità si realizzi ai massimi livelli». Per concludere, una stoccata all’amministrazione comunale, accusata di provincialismo: «Milano è l’unica città ad aver imposto questi limiti, devo pensare che i milanesi siano diventati allergici ai grandi eventi artistici?».
«Capisco perfettamente Madonna», ha commentato ieri l’assessore milanese alle Attività produttive, Giovanni Terzi, che della lotta per alzare i decibel nonostante le proteste dei residenti ha fatto da tempo il suo cavallo di battaglia. «Da mesi sostengo che l’atteggiamento di un comitato di quartiere composto da pochi cittadini fa male alla nostra città, alla sua internazionalizzazione. I fatti mi stanno dando ragione», ha detto Terzi.

«San Siro è la scala del rock - ha concluso l’assessore -. Noi faremo il possibile per garantire alla città i suoi concerti ogni anno, pur con l’attenzione che ogni evento si svolga col minimo disagio possibile. Anche perché, lo ribadisco, la musica non è rumore».

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