Una stangata da 80 milioni di euro. La prossima manovra finanziaria sarà un salasso anche per il Comune. E allora a Palazzo Marino sono già cominciate le grandi manovre per cercare di evitare una Caporetto con i rimedi da trovare tra le pieghe della legge. Valutando, tanto per cominciare, lipotesi della cosiddetta «tassa sul turismo», limposta sul soggiorno per chi dimora in un albergo. E di cui Roma potrà sicuramente usufruire. Per Giacomo Beretta, lassessore comunale al Bilancio, un simile intervento di fiscalità locale dovrebbe essere accordato anche a Milano. Magari come tassa di scopo in vista di Expo oltre che per fronteggiare, almeno in parte, limpatto della nuova manovra economica. Dalle prime stime, la ragioneria del Comune ha infatti calcolato in circa 80 milioni di euro sul 2011 gli effetti della Finanziaria varata laltra notte dal consiglio dei ministri, mentre limposta sul turismo potrebbe dare un gettito intorno ai 10 milioni. «Quella di soggiorno - osserva Beretta - è la tassa più logica, perché non colpisce i residenti, ma interviene su chi viene in vacanza». Certo non il miglior biglietto da visita per una città che sullo sviluppo del turismo, soprattutto quello non di affari o delle fiere, su cui Milano sta puntando molto per rilanciare immagine e indotto. «Ovviamente - aggiunge lassessore - dovrà essere proporzionale al livello di lusso: chi passa la notte in un sette stelle non pagherà come il giovane che sceglie lostello». La richiesta di Palazzo Marino al governo nasce dalla forte preoccupazione, rivelata in questi giorni dal sindaco Letizia Moratti a collaboratori e assessori, per gli effetti che la manovra potrebbe avere sullerogazione dei servizi ai milanesi. «Chiediamo di poter difendere gli interessi di Milano - spiega Beretta -. Ovviamente compatibilmente con le esigenze del Paese e grazie a riforme strutturali». A più riprese, anche in sede Anci, Beretta ha sostenuto per Milano flussi di trasferimenti dallo Stato calcolati anche sul numero di pendolari, a costo anche di penalizzare lhinterland. «Milano deve garantire servizi per un numero di cittadini doppio rispetto a quello dei suoi residenti - ha osservato facendo propria unargomentazione tanto cara allex sindaco Gabriele Albertini - Per questo è necessaria una ridistribuzione dei trasferimenti che tenga conto anche dei city user». Ovvero chi arriva in città solo per lavorare, ne utilizza i servizi ma non partecipa per nulla economicamente al loro sostentamento.
Sempre sul fronte Expo il presidente della Regione Roberto Formigoni cerca di tranquillizzare il sempre crescente partito degli exposcettici. «Il governo - assicura - non ne ha parlato. Quindi credo che sia una voce non toccata».
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