(...) nei confronti dei due espulsi con cartellino rosso dal sindaco non è stata nemmeno presa in considerazione, nel corso della seduta dellassemblea consiliare di ieri. Ufficialmente, pare, perché Marta Vincenzi non sarebbe stata in aula in tempo per discuterne o, almeno, per ascoltare le considerazioni dei vari esponenti politici sullepisodio. Sostanzialmente, invece, per lopposizione di quasi tutti i gruppi rappresentati in consiglio, pur con motivazioni diverse (alcune anche serie), di fronte allipotesi avanzata da Gianni Bernabò Brea, capogruppo della Destra, e Franco De Benedictis (Lista Biasotti).
Entrambi avrebbero voluto discutere del «caso» in aula, usufruendo della procedura degli articoli 54 e 55 del regolamento del consiglio, che consentono di avanzare unistanza ed eventualmente ricevere una risposta, se non aprire un dibattito a più voci, coinvolgendo altri membri dellassemblea.
Per questo obiettivo Bernabò Brea e De Benedictis si erano battuti, puntando a inserire la questione allordine del giorno dei lavori. I due esponenti dellopposizione oltre tutto hanno incassato lappoggio di Lilli Lauro (Lista Biasotti), risoluta a chiedere di votare un ordine del giorno affinché il presidente Giorgio Guerello, a nome dellassemblea, esprimesse solidarietà alla stampa zittita dal sindaco.
Nelle stesse ore, del resto, il consiglio regionale ha approvato un analogo ordine del giorno con 29 voti a favore e solo tre contrari (Luigi Cola e Ubaldo Benvenuti del Partito democratico e Cristina Morelli dei Verdi, che hanno definito liniziativa «strumentale»). Particolarmente compiaciuti, fra laltro, Gianni Plinio (Alleanza nazionale) e Matteo Rosso (Forza Italia) che hanno rilasciato un comunicato congiunto: «Prendiamo atto con soddisfazione - hanno dichiarato, fra laltro - che liniziativa di solidarietà da noi proposta è stata accolta. Era un atto doveroso nei confronti dei giornalisti impediti a svolgere il loro dovere professionale e offesi dal comportamento illiberale e arrogante della sindaca Vincenzi. Sospette, comunque - hanno rilevato i due firmatari del Popolo delle libertà - le assenze la momento del voto sia del presidente Claudio Burlando, sia dei consiglieri Moreno Veschi e Fabio Broglia fino a poco prima presenti in aula.
In Regione, almeno, la solidarietà è acquisita. In Comune, invece, resta ancora un tabù.