Il Comune non paga, imprese in crisi

Il Comune non paga, imprese in crisi

Imprese che vedono la restituzione del credito dopo oltre un anno e che spesso sono costrette a licenziare operai se non, addirittura, a chiudere i battenti per colpa dell’insolvenza del Comune di Genova. Un problema tutto cittadino che colpisce quelle piccole società che partecipano ai bandi comunali e che, una volta svolto il lavoro, non riescono a venire immediatamente liquidate. Colpa anche del patto di stabilità e dei suoi vincoli «e colpa di un debito del Comune di Genova da 1,3 milioni di euro» spiega il capogruppo del Popolo della Libertà in consiglio comunale che insieme al gruppo ha deciso di schierarsi dalla parte delle tante imprese edili in difficoltà: «Palazzo Tursi contrae debiti con tante piccole aziende alle quali basta una carenza di liquidità per duecentomila euro per essere costrette a licenziare manodopera o addirittura chiudere - ribadisce Stefano Balleari, vicepresidente del consiglio comunale -. Arrivare a pagare anche con un anno di ritardo è davvero troppo in un momento in cui la liquidità che gira è davvero ridotta».
Ma allora, come si può aggirare il problema? Il Pdl propone un modello che in Liguria è già presente nel Comune di Celle Ligure e che permette alle amministrazioni comunali di essere puntuali nei pagamenti senza dover violare il patto di stabilità: «Le imprese potrebbero cedere il credito alle banche - suggerisce Campora - e gli istituti finanziari potrebbero anticipare il pagamento garantendo liquidità in un momento di crisi, così il debitore diventerebbe il Comune nei confronti delle banche». Una operazione a costo zero per la pubblica amministrazione che dovrebbe solo impegnarsi a livello amministrativo per la certificazione del credito.
«Noi lavoriamo con spirito critico ma anche costruttivo - sottolinea Lilli Lauro -. La nostra proposta va accolta subito, vediamo se Marta Vincenzi si muoverà oppure farà finta di niente perché questo è un tema che non porta visibilità».


L’ultima bordata al sindaco la lancia Matteo Campora: il capogruppo pidiellino torna sul declassamento dell’agenzia di rating Standard & Poor’s: «Il declassamento è colpa di un’amministrazione che ha accumulato un debito enorme. Sono gli stessi che chiedevano le dimissioni di Berlusconi una settimana fa, dovrebbero essere coerenti».

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