Il Comune ora conta gli alberi

Persino potare un limone in giardino potrebbe diventare un'operazione complicata, per il cui svolgimento servirà un'autorizzazione comunale. In materia ambientale Tursi scende in campo in difesa del verde cittadino e presenta il Regolamento comunale in materia di verde pubblico e privato, nuovo progetto del Comune illustrato ieri a Genova nell'ambito della presentazione del cosiddetto Piano Verde per il rilancio delle aree naturalistiche cittadine. «Non si può chiedere l'abbattimento di un albero - dice l'assessore comunale ai parchi Pinuccia Montanari, spiegando le ragioni del provvedimento - perché fa ombra ad un appartamento». Serve più regolamentazione in materia, maggiore attenzione alla piantumazione, controllo degli abbattimenti e salvaguardia delle piante tipiche dell'ecosistema nostrano». Ecco le ragioni del nuovo libro di regole che promette di porre un freno all'incuria degli spazi pubblici. Di più: anche di quelli privati. Già perché se gli operatori privati del verde, che si occupano anche delle manutenzioni di piante secolari, a qualche regola erano già soggetti, da oggi anche i privati cittadini per potare una pianta in giardino dovranno attenersi regole rigide per non incappare in qualche sanzione amministrativa. «L'oggetto del regolamento è la salvaguardia del verde da abbattimenti indiscriminati e potature scellerate», spiega ancora l'assessore annunciando come, d'ora in poi, servirà un permesso comunale per tagliare alberi, anche in casa propria, con un fusto di diametro superiore ai 25 centimetri. «Non una manovra coercitiva - precisa Pierpaolo Grignani, del settore parchi e verde del Comune - ma uno strumento per evitare gli sprechi, cui siamo oggi costretti per curare piante potate senza pietà». Stenta a decollare il sogno disegnato dall'amministrazione di una Genova ecologica in stile New York, con un parco ad ogni isolato, che emerge dal Piano Verde per il rilancio delle aree naturalistiche cittadine, già approvato in consiglio comunale ed ora all'esame dei municipi in attesa dell'approvazione definitiva in giunta.

Il fine, ambizioso, è riqualificare, proteggere ecosistemi e biodiversità esistenti e creare una «rete verde» che integri oasi naturalistiche con l'ambiente cittadino. Il rischio, penoso, è quello di appesantire ulteriormente con pratiche burocratiche la vita dei cittadini.

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