Non è una richiesta del tutto usuale quella avanzata dallavvocato Andrea Magnanelli, ma la Corte dice sì: il Comune di Roma si può costituire parte civile nel processo per la morte di Simonetta Cesaroni. «La legittimazione a partecipare al processo è a nostro avviso riconosciuta, tra laltro, quando il Comune viene spogliato della presenza di una sua cittadina», aveva sollecitato la Corte a inizio udienza lavvocato Magnanelli, sottolineando anche lesistenza di un «danno allimmagine che scaturisce dal rilievo che il delitto ha ricevuto negli organi di stampa e dallallarme sociale che ne è scaturito». Messaggio recepito dai giudici. La richiesta è stata accolta sul presupposto che la risarcibilità del danno non patrimoniale spetti anche allente pubblico e alle parti non direttamente congiunte alla vittima. Assieme a quella, dovuta, della mamma e della sorella della vittima, la Corte ha accettato dunque anche la costituzione di parte civile del Campidoglio. «Siamo soddisfatti, contenti, perché è stata aperta una nuova strada che permette a tutti i cittadini di avere maggiore tutela da parte del Comune in tutti i processi», commenta il penalista.
«Ringraziamo questa Corte - aggiunge lavvocato Magnanelli - per la capacità di apertura dimostrata. La nostra presenza in questo processo è giustificata dal fatto che Simonetta Cesaroni era una cittadina romana, una cittadina speciale. La città investirà leventuale risarcimento per la sicurezza dei cittadini».Il Comune di Roma sarà parte civile «Simonetta una cittadina speciale»
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