«Il Comune si è dimenticato di noi»

Aspettano da dieci anni, e forse anche da qualcuno in più, gli abitanti di via della Torrazza, sulle alture di Prà. Aspettano che il Comune e Arte mantengano gli impegni presi quando l’ente di edilizia popolare si prese l’ex collegio dei Gesuiti per farne 22 appartamenti. Allora vennero firmati quattro protocolli d’intesa, ma quelle intese non sono ancora state tradotte in fatti concreti. Nella zona ci sono le ampie coltivazioni di basilico nella parte alta, ma anche le case a valle. C’è per l’appunto anche il quartiere abitato che chiede solo il diritto a vivere in condizioni di sicurezza. «Abbiamo dovuto battagliare per far portare l’acqua potabile nelle case - incalza Giuliana Verrando, uno dei componenti più agguerriti del comitato di cittadini - Quando ci fu il grande incendio del 5 febbraio 2005 arrivarono i pompieri e non trovarono le bocchette antincendio. Non c’erano, lì la gente era abituata ad andare ai pozzi a prendere l’acqua. I vigili del fuoco si ritrovarono ben presto con le autobotti vuote e accerchiati dalle fiamme».
Ora l’acqua è arrivata, ma i problemi non sono del tutto risolti. C’è da mettere ancora in sicurezza la strada. C’è da completare l’illuminazione, che per la verità è stata solo iniziata. I cinque chilometri della strada sono ancora da ultimare. «Sinceramente finché c’è stata l’assessore Corda qualcosa è stato fatto - è l’accusa diretta della signora Verrando - Da quando è arrivato Pasquale Ottonello si è bloccato tutto. Ci vorrebbe almeno un palo della luce ogni 30 metri, ma l’ultimo sopralluogo non lascia certo ben sperare».
Per ricordare al Comune i suoi doveri arriva anche un’interpellanza urgente presentata dal consigliere Pdl Beppe Costa, che vorrebbe avere spiegazioni direttamente al sindaco. All’amministrazione, Costa soprattutto chiede che «si avvii prontamente quanto più volte promesso e sottoscritto da codesto esecutivo affinché siano eseguiti gli interventi necessari per dare sicurezza ai residenti della zona.

Ciò è particolarmente urgente in quanto quest'area della città è contigua a zone a vegetazione spontanea e a boschi, per cui è soggetta ad "invasioni" di animali selvatici, quali gli ungulati». Un problema in più, quello dei cinghiali. Ma non certo il solo. Dopo più di dieci anni i cittadini avrebbero almeno diritto a una risposta concreta. Con i fatti.

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