La figuraccia si è fatta sentire. E ora il Comune di Genova prova a giustificarsi. Il portavoce del sindaco risponde anche a proposito di alcune notizie e commenti giornalistici comparsi ieri (il Giornale è in prima fila) dopo il parere negativo del consiglio comunale sull'intitolazione di una strada alla guardia del corpo.
«Durante il periodo del rapimento e poi nei giorni successivi alla notizia dell'uccisione di Fabrizio Quattrocchi - si legge nella nota - il Comune di Genova si mise in contatto con i familiari per esprimere cordoglio, offrire collaborazione e per dare completa disponibilità per espletare le formalità di rito, sollevando la famiglia da incombenze particolarmente dolorose. Il Comune si fece carico del trasporto della salma di Quattrocchi dall'Irak a Genova, dell'organizzazione della camera ardente e delle esequie. Il sindaco andò personalmente alla camera ardente per rendere omaggio alla salma e per manifestare ai familiari la sua personale partecipazione al loro dolore». Il portavoce del sindaco ricorda ancora che il Comune di Genova fu rappresentato ai funerali dall'assessore Giorgio Guerello, delegato dal sindaco, e che fu lo stesso governo a non decidere per Fabrizio Quattrocchi i funerali di stato.
«Il Sindaco Pericu - conclude la nota - rinnova i suoi sentimenti di rispetto e di partecipazione al dolore della famiglia e ribadisce la scelta della giunta di rimettersi alla decisione del consiglio comunale sull'intitolazione della strada».
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