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Per il Comune vale tutto: la casa si può occupare «ma anche sgomberare»

In attesa della raccolta di firme organizzata dal Pdl contro le occupazioni abusive e di una grande manifestazione di piazza con le 17mila famiglie regolarmente in lista d’attesa per una casa popolare, la giunta di centrosinistra cerca di correggere la rotta. Soprattutto dopo l’ennesima strigliata a cui il sindaco Giuliano Pisapia è stato costretto per ricordare che «occupare è un reato». Affermazione ovvia per tutti, ma non per l’assessore alla Casa Lucia Castellano che l’altro giorno davanti a Palazzo Marino ha tranquillizzato i comitati anti-sgomberi appoggiati dagli autonomi del Cantiere garantendo uno stop al ripristino della legalità. Almeno fino a novembre. Spiegando davanti a loro che occupare per necessità «non è un reato». Ed è già la seconda volta, perché la prima fu a giugno in occasione del primo consiglio comunale dell’era Pisapia. Affermazioni che hanno scatenato proteste sia a destra che a sinistra. Ma soprattutto la reazione di Pisapia che ha nuovamente dovuto sconfessare un suo assessore.
E così ieri da Palazzo Marino è uscito, come se niente fosse, un comunicato ufficiale per annunciare «sgomberi in viale Sarca e via Testi», con il commento della Castellano che ricorda come sia «confermato l’impegno dell’amministrazione per la legalità». Parole e tempistica che parlano da sole. «La decisione di procedere agli sgomberi di sei famiglie - si legge nel comunicato a firma Castellano - è stata assunta nel tavolo operativo che vede la collaborazione tra questura, prefettura e Comune». Poi la precisazione. «I nuclei familiari che occupavano abusivamente alloggi pubblici si erano resi responsabili di atti di disturbo e violenza. Questa operazione, in coerenza con quanto già annunciato, conferma l’impegno dell’amministrazione comunale per il rispetto delle norme e il contrasto alla criminalità». Un gesto eclatante per cercare di metter fine alle polemiche. Con Carmela Rozza, ex storica presidente del Sunia il sindacato degli inquilini e oggi capogruppo del Pd in consiglio, che aveva tuonato contro la Castellano chiedendo che «i delinquenti siano cacciati» e «priorità nell’assegnazione della case ai cittadini per bene». Rozza che non ha caso anche ieri s’è fatta sentire. «Ottimo lavoro della giunta che ha voluto gli sgomberi. Adesso occorre immediatamente assegnare gli alloggi liberati e mi attendo la stessa puntualità per il quartiere Niguarda». Come a dire alla Castellano altro che occupazioni legali, avanti con il ripristino della legge. Per l’assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti «dobbiamo essere uniti nella legalità e le occupazioni abusive vanno condannate senza se e senza ma». Mentre secondo Riccardo De Corato «fa molto bene Aler nel proseguire negli sgomberi degli abusivi», anche perché le famiglie coinvolte sono «i soliti noti abusivi, in questo caso rom e stranieri». E quindi «questi segnali di legalità e di rispetto delle regole che arrivano da Aler e in particolar modo dal tavolo istituzionale della prefettura sono molto importanti dopo le affermazioni fatte dall’assessore Castellano che ha istigato a compiere un reato nel momento in cui ha giustificato l’occupazione abusiva di alloggi del Comune».
Protesta, invece, la Consulta rom e sinti, l’organo di rappresentanza delle comunità nomadi che nel suo comunicato dice di essere «nato su impulso della nuova amministrazione comunale guidata dal sindaco Pisapia». Ieri le rimostranze per lo sgombero di alcune famiglie accampate tra Quinto Romano e via Novara e che provengono dal campo di via Triboniano ormai chiuso.

La Consulta dice di essersi impegnata a favorire soluzioni «praticabili, per il Comune e per i cittadini», ma di temere ora che «la speranza che la necessità di una politica diversa» naufraghi di fronte al «perdurare del pregiudizio e della discriminazione e al suo uso mediatico». Per questo chiede un incontro urgente con l’assessore alle politiche sociali «per un confronto di merito sulle prospettive delle nostre comunità».

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