Mariateresa Conti
da Palermo
A Castel di Lucio, piccolo paesino della provincia di Messina, la ricordano tutti. Come dimenticare quella «sindachessa rossa», che nellultimo scorcio degli anni Ottanta - quando le donne che facevano politica, per di più in un piccolo paese, erano davvero delle mosche bianche - si batteva per i diritti dei più poveri molto meglio di tanti colleghi uomini. Lei, militante da sempre dellallora Pci, la politica in termini di servizio ce laveva nel sangue. E la faceva bene, proprio bene, tanto da meritare la stima persino dei colleghi maschi che stavano, politicamente, dallaltra parte della barricata. Adesso, però, dallaltra parte della barricata è passata lei, e in maniera radicale: infatti domenica scorsa, a tre anni dallannuncio della sua decisione, ha fatto la sua professione definitiva per diventare monaca di clausura; per tutti non sarà più Maria Viglianti, lex sindaco comunista, vedova, madre di quattro figli e nonna di svariati nipoti, ma suor Giovanna Francesca, che detto addio alla falce e martello, imbraccerà la Croce e continuerà a prestare la sua opera per gli ultimi pregando nel monastero della Visitazione, a Palermo.
Quello che si è consumato domenica scorsa nellintimità del monastero, davanti allarcivescovo di Palermo, il cardinale Salvatore De Giorgi e ai familiari più stretti della nuova suora, la pronuncia cioè della professione perpetua, è lultimo atto di una storia già balzata alla ribalta delle cronache tre anni fa, quando Maria Vigliati annunciò non solo laddio alla politica, ma anche il distacco dal mondo, con la decisione di prendere il velo e di farsi suora. Già allepoca la scelta di Maria fece scalpore. Per la sua militanza comunista ma in generale anche per il fatto che una donna, vedova e madre di quattro figli decidesse di fare, non più in giovane età, una scelta radicale qual è la dedizione totale a Cristo e alla fede come quella imposta dallo stato monacale. Eppure, per chi conosce bene Maria, anzi suor Giovanna, non cè discontinuità tra il precedente impegno politico da sindaco «rosso» e quello di suora di questa donna. Prima Maria portava avanti i suoi ideali di solidarietà, di altruismo, di condivisione con i più poveri, sul piano politico, con battaglie accese che in molti ancora ricordano, tanta era la passione con cui erano portate avanti; adesso invece suor Giovanna sostiene quegli stessi valori attraverso la meditazione e la preghiera.
In paese ricordano che mai lessere «compagna» le impedì di andare a messa, di vivere in pieno la sua fede cristiana. E in fondo la meraviglia per la sua decisione di farsi suora è mitigata dalla conoscenza diretta del suo carattere, dalla sua dedizione ai poveri e agli afflitti. Racconta lattuale sindaco di Pace del Mela, Lucio Antonino Alberti (Margherita), che quando era nella Democrazia cristiana con il sindaco «rosso» Maria Viglianti, ha avuto non pochi scontri frontali: «Siamo stati di idee politiche opposte per tanto tempo, ma quando nel 90 lasciai la Democrazia cristiana, ritirandomi dalla politica attiva, mi resi conto delle sue qualità morali. Certo, è strano pensare che adesso ha un altro nome, immaginarla col velo. Ma Pace del Mela è un paese dalla tradizione religiosa molto radicata. La fede e la venerazione del nostro san Placido sono comuni a tutti, anche a chi non si dichiara apertamente cristiano. Certo, è difficile comprendere una scelta così coraggiosa qual è quella di passare dalla politica alla clausura».
Suor Giovanna non parla, obbediente alle regole che il suo nuovo status le impone e al naturale pudore che ha sempre contraddistinto i suoi comportamenti rispetto ad una vicenda così intima, così delicata qual è quella della sua vocazione. E non parlano nemmeno le consorelle del monastero della Visitazione, che da tre anni, da quando cioè Maria Vigliati ha scelto la via della clausura ed è andata a vivere con loro in convento, la proteggono dal clamore che inevitabilmente il caso provoca. «Vi prego, lasciateci in pace, non abbiamo nulla da dire», spiega gentile ma risoluta la madre superiora a chiunque le chieda interviste o notizie. Per le monache di questo storico convento del capoluogo siciliano, il passato di suor Giovanna non conta, non ha motivo di essere oggetto di discussioni.
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