da Parigi
Il solo esponente della sinistra radicale a tenere le posizioni di cinque anni fa è il postino trotzkista, membro della Lega comunista rivoluzionaria (Lcr) Olivier Besancenot, 32 anni e un confortante 4,11% dei voti al primo turno (alle presidenziali del 2002 aveva rastrellato il 4,25). Per il resto il «crollo delle estreme» è stato davvero impressionante a sinistra non meno che nella destra lepenista. La signora Arlette Laguiller, 67 anni, mascherava a stento le lacrime quanto domenica notte si è presentata davanti alle telecamere. Cinque anni fa la leader dellaltro importante movimento trotzkista, Lotta operaia, si sentiva in paradiso essendo arrivata al 5,72% e avendo superato quellimportantissima soglia del 5% che alle presidenziali francesi porta con sé il rimborso delle spese elettorali da parte dello Stato. Adesso madame Laguiller, che si presentava per la sesta e ultima volta a una consultazione per lEliseo, ha dovuto accontentarsi di un modesto 1,34% dei voti. Quanto al terzo candidato trotzkista, Gérard Schivardi, 56 anni, esponente del Partito dei lavoratori, il suo risultato rasenta il grottesco: 0,34%. Schivardi aveva lanciato per tutta la campagna elettorale un solo slogan: portare la Francia fuori dallUnione europea.
Anche lantimondialista José Bové, 53 anni, personaggio celebre in tutto il mondo, si è fermato a un umiliante 1,32% dopo aver inalberato la bandiera della lotta allintegrazione europea. José Bové voleva impersonare «la Francia del 29 maggio 2005», data in cui la maggioranza degli elettori rispose «no» al referendum sulla ratifica del Trattato costituzionale europeo. Adesso se ne torna a casa con le pive nel sacco, a seguito di una consultazione che ha visto perdere tutti i candidati che al referendum sullEuropa si erano schierati a favore del no. Proprio in quelloccasione il Partito comunista francese (Pcf) sera impegnato al massimo contro lEuropa e aveva sperato in un rilancio grazie ai risultati referendari. Adesso Marie-George Buffet, segretaria generale del partito, registra il minimo storico con un umiliante 1,94%. Per dare unidea del crollo del Pcf, basti pensare che nelle consultazioni degli anni 70 per il rinnovo dellAssemblea nazionale questa formazione politica superava quota 20 per cento nellinsieme della Francia. Nel mese di giugno si svolgeranno le elezioni legislative e lì si vedrà che cosa concretamente i socialisti sono ancora disposti a dare ai comunisti in termini di circoscrizioni sicure, sapendo che il bacino elettorale del Pcf è ormai ridotto a ben poca cosa.
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