Raccoglie plausi e critiche lomelia di Papa Ratzinger sullimportanza della presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. Tra questi, il commento del presidente dellUnione delle Comunità ebraiche italiane, Amos Luzzatto, convinto che la presenza divina nei luoghi pubblici frequentati in una società pluralista da credenti di fedi diverse, ma anche non fedeli, «dovrebbe essere riconosciuta in forme che parlino direttamente a tutti coloro, di qualsiasi credo, che hanno diritto di cittadinanza nel paese. Al limite nessuna». «Il crocifisso - ha aggiunto Luzzatto - è un simbolo divino che è esposto da gran parte del mondo cristiano e che noi, ovviamente, rispettiamo per quanto riguarda la fede cristiana stessa».
Decisamente più critico Adel Smith, presidente dellUnione Musulmani dItalia, già protagonista più volta di polemiche sulla legittimità del crocifisso nelle aule scolastiche: «Una dichiarazione tale, - ha affermato - se fatta a uno Stato e a un governo più seri, sarebbe stata rispedita al mittente con una nota di protesta». Diversa invece la reazione dellUcoii, lUnione delle comunità islamiche italiane, che aveva già preso le distanze dallUnione musulmani nei mesi caldi della polemica sollevata da Adel Smith, che secondo lUcoii non rappresenta altri che lo stesso Smith. Una posizione ribadita ieri, per bocca del presidente Mohamed Nour Dachan: «È una cosa fra la Chiesa e lo Stato italiano, non ci riguarda come comunità islamica».
La comunità ebraica: «Meglio niente simboli»
Amos Luzzatto: «Noi rispettiamo il popolo cristiano. Ma la presenza divina nelle scuole dovrebbe parlare a tutte le fedi». Adel Smith: «Una dichiarazione da rispedire al mittente con nota di protesta»
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