da Verona
Appare forte linquietudine tra i concessionari di auto italiani riunitisi a Verona in occasione dellannuale «Dealer Day». «Un pilota di aerei sa che precipiterà solo se avverranno una serie di situazioni negative nello stesso momento. Nel mondo dellauto sta succedendo questo - riassume la situazione Tommaso Tommasi, direttore di InterAutoNews -: i budget delle famiglie vanno in crisi alla prima settimana, si è parlato troppo e troppo presto dellEuro 5, il prezzo del petrolio non si ferma, e le case automobilistiche non stanno capendo questi problemi». A pagare saranno i concessionari, che non avendo più margini affidano i loro introiti solo ai bonus sui target di vendite che arrivano proprio dalle case. Stando così la situazione, proliferano le auto a «chilometri zero», ma nonostante questi trucchetti, a maggio le vendite dovrebbero registrare ancora in forte calo. «A essere ottimisti chiuderemo lanno a 2,2 milioni di auto vendute - spiega Tommasi - e a essere realisti supereremo di poco quota 2 milioni». Meno 19% rispetto ai 2,49 milioni del 2007».
Lannus horribilis per i concessionari è poi completato da un «pasticcio» nellultima Finanziaria a proposito del rimborso dellIva nellacquisto di auto. Dal 2000 a oggi ci sono state cinque diverse legislazioni in materia che prevedevano rimborsi dal 5% al 100 per cento. Il precedente esecutivo sembra essersene dimenticato e ha sostanzialmente azzerato la situazione, facendo ricadere sui dealer la differenza tra la detrazione portata dai clienti e quella classica del 20 per cento.
A tener viva la speranza dei concessionari è uno studio di Findomestic che mette il prezzo al quarto posto tra i motivi di acquisto, al primo cè il fattore umano nella vendita. «La gente compra attraverso la gente», è stato il «mantra» più ripetuto a Verona. Tutto questo mentre le case automobilistiche vanno avanti per la loro strada curando poco le proprie reti, almeno questo è quello che dicono i 1.132 concessionari che hanno partecipato allanalisi del settore condotta da Dealer Stat. Bocciate le politiche di marketing, i sistemi di incentivazione, la disponibilità ad ascoltare i suggerimenti, male poi i programmi sullusato.
Allorizzonte, intanto, si fa sentire lo spauracchio dei megadealer, già oggi i primi 50 al mondo valgono il 16,1% del totale, nel 2000 erano al 10,2 per cento.
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