Concita-Barbara, scontro al veleno

Roma. C’era da scommetterci: fin dal primo mattino di ieri, il siparietto è finito anche su YouTube. Titolo: «Palombelli versus De Gregorio».
Va così: Barbara Palombelli, tra gli ospiti della puntata di AnnoZero sul «caso Noemi», critica l’eccesso di attenzione dei media al gossip e alle «favole», e il suo distacco dai fatti reali. Certo, incalza Palombelli, ci si può anche «appassionare sui letti, le lenzuola, le donne e Berlusconi. In passato, però, non ci occupavamo così da vicino del sesso dei politici, forse perché ci occupavamo più d’altro». La direttrice dell’Unità la interrompe severa: «Ma se fosse accaduto a qualcun altro invece che a Berlusconi? Pensa a parti invertite che sarebbe successo...». E mentre le telecamere la inquadrano in primo piano Concita spara: «Pensa se fosse accaduta a te, una vicenda del genere. Sarebbe passata sotto silenzio?». Ora, visto che come tutti sanno Palombelli è sposata con un uomo politico di primo piano come Francesco Rutelli, una chiamata in causa così diretta ha un certo retrogusto pungente. Barbara si irrita, non ci sta ad essere velatamente accusata di parteggiare per il premier. Rivendica di essere andata in tv a difendere lo stesso diritto alla privacy per Silvio Sircana; sottolinea di non aver «mai scritto una riga sulla moglie di Cossiga o sulle presunte storie di Craxi». E poi affonda: «Non scriverei una riga neppure sulla vita privata dei direttori di giornale che fanno la morale». Concita insorge: «Ma che stai dicendo? Ma di che stai parlando? Mi sono persa un passaggio». Tra le due litiganti interviene Santoro, che - incassate le scintille - interrompe il match.
Ma uno scontro al vetriolo su storie di «letto e lenzuola» tra due primedonne del giornalismo italiano, per di più entrambe belle, telegeniche, agguerrite e molto chic in total black, non poteva passare inosservato. Palombelli e De Gregorio sono firme di punta del giornalismo politico italiano. E si conoscono da tempo, son state anche vicine di banco (in senso metaforico) a Repubblica, fino al 2000, quando la prima lasciò il giornale perché Rutelli era sceso in campo come candidato premier del centrosinistra. Stesso giornale per un po’, ma percorsi e carriere diverse. Barbara portata in palmo di mano dal fondatore Eugenio Scalfari; Concita stimatissima dal suo successore Ezio Mauro, che l’ha vista partire a malincuore per la direzione dell’Unità promettendole che per lei la porta sarà sempre aperta. Nessuno tra i colleghi ricorda rivalità particolari. Anzi, più d’uno assicura che tra le due c’è sempre stato un ottimo rapporto. Nel 2005 è stata De Gregorio ad intervistare Palombelli, che annunciava il suo sì al referendum sulla procreazione assistita, differenziandosi dal marito. Più volte Concita è stata ospite della trasmissione di Barbara, che salutò così la sua nomina a direttore dell’Unità: «Sono felice, una donna combattiva alla guida del giornale vicino al Pd è una bella cosa, una bella scossa per un partito che ne ha bisogno». Se qualche momento di gelo c’è stato, tra le due grandi firme, la colpa è tutta della politica. E dei mariti. In particolare di Rutelli, che a febbraio montò su tutte le furie per un «inaccettabile falso» dell’Unità, che lo accusava di «dividere il Pd» sul testamento biologico.

E che convocò una conferenza stampa, sventolando il giornale diretto da Concita e annunciando di essere «molto incavolato» per le «strumentali distorsioni» che «quello che dovrebbe essere il giornale del Pd» faceva ai suoi danni. Come si suol dire, cherchez l’homme.

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