La condanna di Europa e Usa: «Il Cremlino gioca col fuoco»

«Condanniamo fermamente questo atteggiamento». Una delle prime, durissime reazioni alla notizia della risoluzione di Mosca è venuta da Bernard Kouchner, ministro degli Esteri francese, che ha parlato a nome del suo Paese e, ancora di più, a nome dell’Unione europea, della quale la Francia è presidente in questo semestre. «La Russia gioca col fuoco. Si tratta di un atto contrario ai principi di indipendenza, sovranità e integrità territoriale della Georgia», davanti al quale Kouchner auspica che l’Ue assuma una posizione comune. Un’unità di atteggiamento resa ancora più necessaria dalle preoccupazioni espresse da Kouchner: «Temiamo la guerra e non la vogliamo». Anzi, il ministro francese si è spinto anche oltre, accusando i soldati russi di aver messo in atto la pulizia etnica nella città sud-osseta di Akhalgori, popolata anche da cittadini georgiani.
Il fronte europeo è stato compatto nella condanna al Cremlino, a partire dalla Gran Bretagna. «Il riconoscimento russo è ingiustificabile, oltre che inaccettabile - ha detto il ministro degli Esteri, David Miliband -. Noi appoggiamo pienamente l’indipendenza della Georgia e la sua integrità territoriale, che non può essere cambiata d’ufficio a Mosca». Analoghi i toni del cancelliere tedesco Angela Merkel, che ha sottolineato come la cooperazione tra Ue e Russia debba essere vincolata al rispetto dei diritti umani.
Se dagli Usa il presidente Bush definisce la scelta russa «irresponsabile», da Ramallah, in Cisgiordania, il segretario di Stato americano Condoleezza Rice non ha usato mezzi termini, definendo «deplorevole» l’atteggiamento di Mosca, che pone la Russia «in contrasto con diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu». Una posizione inaccettabile, dunque, per gli Stati Uniti. E se caso mai qualcuno, leader russo in testa, avesse pensato a una possibile accondiscendenza degli Usa rispetto alla sua decisione, le parole della Rice non hanno lasciato spazio a mediazioni. «Abkhazia e Ossezia del Sud sono parte dei confini internazionalmente riconosciuti alla Georgia, e sono destinate a restarlo». Anche il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha ricordato che «il riconoscimento dell’indipendenza spetta agli Stati sovrani» e che è necessario attenersi al piano di pace sottoscritto da Sarkozy e Medvedev.


Laconica la posizione della Nato, che di fatto ha congelato le relazioni con la Russia, prendendo atto della situazione e rifiutandosi di ripristinare i normali rapporti con la Russia finché questa «non avrà ritirato le truppe dalla Georgia».
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