Politica

Condannate i colpevoli, non i tifosi

La Babele delle lingue non aiuta a capire la realtà che abbiamo di fronte e nella confusione, naturalmente, prevalgono i sentimenti rozzi e populisti. La vicenda alla quale ci riferiamo è quella della cosiddetta Calciopoli. Tutti abbiamo ancora negli occhi e nel cuore, in particolare nelle coronarie, l’emozione che gli azzurri ci hanno dato in questo mondiale. Con loro abbiamo sofferto e con loro abbiamo gioito. Detto questo non vogliamo assolutamente mettere in relazione la grande vittoria dei mondiali con gli illeciti sportivi in via di accertamento. Non vogliamo, cioè, alcuna amnistia per i responsabili degli illeciti come gli eterni giustizialisti e gli eterni moralizzatori imputano al ministro Mastella che in queste ore, invece, ha detto cose diverse e in sintonia con il sentimento di milioni di italiani.
Ciò che auspichiamo, e presumiamo sia anche questo il pensiero di Mastella e di tantissimi altri, è che anche nel calcio diventi prevalente la responsabilità personale e si ponga finalmente un limite alla responsabilità oggettiva. Per dirla con chiarezza, se Luciano Moggi dovesse essere riconosciuto colpevole degli illeciti contestatigli, sia interdetto per anni o per sempre da qualunque incarico sportivo. La sua responsabilità personale può estendersi al presidente della Juventus e ai consiglieri di amministrazione con interdizioni, transitorie o permanenti, anche per loro dagli incarichi sportivi o per complicità o per omesso controllo. Ma la responsabilità di Moggi non può essere estesa a Buffon, a Zambrotta, a Cannavaro, a Nedved e a tutti gli altri giocatori sino al punto di costringerli o a giocare in serie minori o a espatriare. Ma innanzitutto la responsabilità di Moggi non può essere estesa ai milioni di tifosi juventini che non hanno alcuna colpa e che nel caso di retrocessione della propria squadra sarebbero turlupinati due volte. La prima da Moggi che li avrebbe costretti, pur avendo pagato un biglietto salato di ingresso, a vedere partite taroccate. La seconda dai giudici sportivi che retrocederebbero la propria squadra in serie minore.
Volendo utilizzare gli stessi toni populisti dei moralizzatori senza morale, dovremmo chiederci chi difende i tifosi e i loro sacrosanti diritti dai personaggi alla Moggi? Chi difende i calciatori, tutti nessuno escluso, dagli intrallazzi dei propri dirigenti? E quello che vale per Moggi, per i calciatori juventini e i loro tifosi, vale naturalmente per Meani e per i calciatori e tifosi rossoneri, per i Della Valle e per i calciatori e tifosi viola, per Lotito e per i calciatori e i tifosi biancazzurri. Ci deve essere, insomma, un limite forte alla estensione della responsabilità personale alla responsabilità oggettiva per evitare che «summum ius, summa iniuria», trasformando, così, le vere vittime, e cioè i tifosi e i calciatori ignari, in «colpevoli oggettivi». Così non può e non dovrebbe essere e chi ha un’opinione diversa la spieghi e la motivi senza rifugiarsi nell’urlo giustizialista che in genere, nella storia dell’uomo, si accoppia a una personale decadenza morale.
Ciò che diciamo e che lo stesso ministro della Giustizia dice è, come si vede, cosa diversa dall’amnistia. Anzi, è l’esatto contrario perché invoca una punizione esemplare per chi dovesse aver compiuto illeciti ergendosi, però, contestualmente a difesa di chi colpe non ne ha come i tifosi e i calciatori ignari. Nella grande cultura giuridica si usa dire meglio dieci colpevoli fuori che un innocente in carcere. Nel caso specifico, se le richieste del procuratore federale dovessero essere accolte, gli innocenti puniti sarebbero milioni di persone e decine e decine di campioni a fronte di un gruppo limitato di colpevoli. La questione di Calciopoli è molto inquietante e nessuno vuole sottovalutarla o dimenticarla, ma forse è giunto il momento perché venga introdotto nell’ordinamento sportivo, accanto alla separazione delle responsabilità personali ed oggettive, anche pesanti sanzioni economiche per chi commette degli illeciti.

Guai, però, se ci si straccia le vesti come facevano i farisei per sollecitare punizioni esemplari e di massa perché quasi sempre in quei casi la giustizia per i colpevoli viene sommersa dalla contestuale condanna degli innocenti.

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