Potranno soggiornare dove vogliono, dappertutto in Liguria, salvo che nei comuni che hanno un porto. Così non riusciranno a prendere il largo, letteralmente, a bordo di una nave o anche solo di un gozzo, sottraendosi alla giustizia. È questa la misura cautelare che il giudice delle indagini preliminari Adriana Petri ha ordinato nei confronti di tre giovani franco-marocchini fermati dalla polizia mentre stavano per imbarcarsi su una nave diretta in Tunisia. Sulla loro auto, una Bmw, avevano pezzi di tre motorini che risultano rubati in Francia. I tre, residenti a Nizza e incensurati, sono accusati di riciclaggio. Davanti al giudice, uno di loro, di 18 anni, ha dichiarato che non aveva fatto nulla di male, tesi del resto confermata dagli amici, entrambi ventunenni. I quali, difesi dagli avvocati Elisabetta Feilliene e Paolo Bonanni, hanno sostenuto daver notato, qualche giorno fa, nei pressi di casa, i tre motorini abbandonati. «Che ci fanno - si sono detti i filantropi - questi ruderi in mezzo alla strada? Facciamo unopera buona e portiamoli via».
Così, senza indugio, hanno ribadito daver deciso di prenderli per utilizzarli in vacanza in Tunisia. Per fare un lavoro come si deve, li hanno smontati pezzo per pezzo, ed è in quello stato, infatti, che i mezzi sono stati rinvenuti. Una ruota posteriore aveva ancora la catena di sicurezza chiusa con il lucchetto. Da qui il sospetto, chissà, che si tratti di unoperazione non troppo lecita. Comunque, la decisione del gip che ha interrogato ieri il trio in carcere tenderebbe a evitare, escludendo le località portuali, leventuale fuga dei reprobi via mare.
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