Condanne più dure per i no global anti G8 L’avvocato: «Usati due pesi e due misure»

Dieci condanne e quindici tra assoluzioni e prescrizioni: è quanto stabilito dai giudici della Corte d’appello di Genova nell’ambito del processo a carico di 25 dimostranti accusati di devastazione e saccheggio durante le manifestazioni del G8 del 2001 a Genova. La pena più alta, 15 anni di reclusione, è stata comminata nei confronti di Francesco Puglisi, condannato in primo grado a 10 anni e 6 mesi di reclusione. Pene severe anche per Vincenzo Vecchi, condannato a 13 anni, Marina Cugnaschi a 12 anni e 3 mesi, Luca Finotti a 10 anni e 9 mesi e Alberto Funaro a 10 anni. Pene leggermente più lievi per Carlo Aculeo, Antonino Valguarnera e Carlo Cuccomarino, condannati ad 8 anni di reclusione e per Dario Ursino e Ines Morasca, che dovranno scontare rispettivamente 7 anni e 6 anni e 6 mesi di carcere. Pene aumentate dunque per i dieci manifestanti condannati. Gli altri giovani che si trovarono coinvolti negli scontri del 20 luglio in via Tolemaide -causati, secondo i giudici, da una carica «illegittima» dei carabinieri - sono invece stati assolti. Sono state emesse pene per complessivi 98 anni e 9 mesi di reclusione. Alle parti civili infine (Banca Carige, un privato, il ministero della Difesa, la presidenza del consiglio dei ministri e il ministero degli Interni) sono stati liquidati danni per 23mila euro. L’avvocato, Laura Tartarini, che difende alcuni manifestanti accusati, ha parlato di «condanne abnormi». «Non sono abituata a criticare così aspramente le sentenze - ha spiegato Tartarini - ma il fatto che nella stessa settimana siano stati assolti i vertici della polizia e condannati i manifestanti, con pene in alcuni casi comparabili al reato di omicidio, fa pensare che per giudicare i fatti di Genova i giudici abbiano usato due pesi e due misure».

È stato invece prosciolto dalle accuse, per via della prescrizione, Massimiliano Monai, condannato a 5 anni in primo grado. Monai, barista genovese, è il manifestante immortalato con una trave in mano mentre colpiva il Defender dei carabinieri in piazza Alimonda, dove il 20 luglio 2001 morì Carlo Giuliani.

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