nostro inviato a Capri
«Se ci sono Rifondazione, Comunisti Italiani e Verdi, come potete pensare che venga fuori una Finanziaria che apre al mercato?». Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, ha usato la forma interrogativa per commentare la prima legge di bilancio del secondo governo Prodi. Ma nel corso del convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria a Capri si è trattato di uno dei pochi interventi brillanti rispetto al clima attendista di ieri. Il duello a distanza Tremonti/Padoa-Schioppa in programma oggi, in questo senso, sarà chiarificatore.
E dal Nord-Est è giunto anche uno dei richiami più apprezzati dal popolo dei giovani capitani d'azienda. Quello di Mario Moretti Polegato, presidente di Geox. «In questo momento di incertezza - spiega al Giornale - l'imprenditore non può aspettare Prodi, deve agire. Solo in un secondo momento può dire alla politica che cosa gli sia veramente necessario». Anche l'imprenditore calzaturiero è scettico nei confronti di una Finanziaria che «serve a tappare buchi e fa poco per la formazione» e che prevede la riforma del Tfr «senza interpellare i lavoratori e togliendo una forma di sostegno alle piccole aziende».
Ma tanto Confalonieri quanto Moretti Polegato hanno rappresentato un'eccezione in un contesto rispettoso e osservante dei principi della dialettica. Anzi, il presidente del comitato Riforme istituzionali di Confindustria, Edoardo Garrone, quando sente parlare della «voglia di piazza» di altre confederazioni, ha subito smorzato i toni. «Confindustria - dice - ha sempre espresso la propria protesta in modo istituzionale». E nemmeno le ipotesi di interventi bipartisan sulla manovra gli hanno ispirato fiducia. «Se c'è un partito trasversale, quello è proprio il partito della spesa», conclude Garrone pur ammettendo che la Finanziaria «ha un approccio troppo ragionieristico». I costumi, quindi, si sono adeguati ai tempi. E quindi non si può notare che nel corso di una giornata tutta dedicata all'impresa la bordata più forte a Padoa-Schioppa sia giunta dall'economista Francesco Giavazzi. «La Finanziaria è eccessivamente pessimista», ha detto, perché considerato l'andamento del pil sarebbero bastati solo 15 miliardi di manovra per rimettere i conti definitivamente a posto. Il Tfr? «La botta definitiva alla previdenza complementare». Così come non si può ignorare l'invito rivolto dall'ambasciatore Usa in Italia, Ronald P.
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