Sport

Confermati i «totem» telematici

Filippo Grassia

Nel maxiemendamento, approvato al Senato con 159 voti favorevoli e 96 contrari, sono ritornati d’attualità i Totem telematici che in una precedente stesura erano stati cassati: con queste macchine i giocatori possono effettuare le scommesse in locali diversi da quelli delle sedi autorizzate scegliendo il concessionario più gradito. Marcia indietro, invece, sulla possibilità di aprire tre sportelli distaccati da parte dei concessionari ippici e sportivi: lo prevede il comma 367 dell’emendamento alla Finanziaria 2006 che ha annullato gli effetti del comma 6 dell’articolo 11 del decreto fiscale, approvato il giorno prima a Palazzo Madama, con l’obbiettivo di contrastare il gioco illegale. Un guazzabuglio. Il testo recita così: «Ciascun affidatario delle concessioni, previste dal Dpr 169/1998 e dal Dm 174/98, non può esercitare la propria attività mediante l’apertura di sportelli distaccati presso sedi diverse dai locali nei quali si effettua già la raccolta delle scommesse». Ma Maurizio Ughi non esclude una retromarcia sui cosiddetti punti remoti. In un convegno tenutosi ieri a Expogoal 2005, presso la Fiera di Milano, il presidente di Snai ha affermato: «Faremo di tutto per convincere il Governo a reinserire la norma per permettere a ogni concessionario di aprire tre sportelli. Si tratta, fra l’altro, di una norma che tutela l’Amministrazione dello Stato dal punto di vista della regolarità e dell’accettazione delle scommesse. Mi sembra evidente che il Governo, pressato da spinte lobbistiche, abbia ascoltato poco o nulla l’Aams». La norma è ora all’esame alla Camera che, in effetti, potrebbe apportare ulteriori modifiche ai provvedimenti approvati.
Il maxi emendamento alla Finanziaria 2006 prevede inoltre che ciascun concessionario, per favorire la competitività e la concorrenza del mercato, non possa essere titolare di più di 100 agenzie sul territorio nazionale. Ma bisogna fare attenzione a ciò che si intende per concessionario e agenzia, un termine quest’ultimo mai usato in passato. La norma si presta a interpretazioni così diverse che finirà per creare dubbi, alterare la regolarità del mercato e aumentare il contenzioso con prevedibili ricorsi alla magistratura. C’è chi dice: «Il concessionario, che prima poteva essere titolare di una sola agenzia, può ora attivarne delle altre fino ad un massimo di 100». Ma c’è pure chi afferma: «Se per agenzia si intende concessione, un concessionario può aprire 50 sedi visto che di norma possiede una concessione per le scommesse sportive e una per quelle ippiche».
In occasione dell’appuntamento milanese Ughi ha puntato l’indice sulla diversità di comportamenti a cui sono tenuti i provider italiani rispetto ai bookmakers stranieri: «O il mercato delle scommesse viene liberalizzato oppure le regole debbono essere uguali per tutti e ci deve essere chi esercita un controllo ferreo». E ancora: «Non è vero che non siamo competitivi. Le quote sono pressoché simili benché i margini di chi paga le tasse siano minori rispetto a chi sta all’estero e non rispetta le leggi. Quel che manca è la liberalizzazione del palinsesto.

In presenza di un format così rigido, l'appiattimento porta ad un confronto solo sulle quote».

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