È Confindustria Nautica! Ma Azimut-Benetti si sfila

Mossa a sorpresa di Giovanna Vitelli mentre le assemblee si apprestano a ratificare l'accordo

Antonio Risolo

Nautica Italiana, l'associazione nata dallo strappo con Ucina, si scioglie e torna alla casa madre che, per favorire l'attesa riunificazione, cambierà la ragione sociale.

Nasce così Confindustria Nautica. Sarà l'unico sindacato degli imprenditori del comparto nautico. A breve le rispettive assemblee dei soci dovranno ratificare l'accordo raggiunto tra Saverio Cecchi (presidente Ucina) e Lamberto Tacoli (presidente di Nautica Italiana). Completato l'iter, tutte le aziende entreranno immediatamente nella nuova Confindustria Nautica.

Missione compiuta, quella di Saverio Cecchi il tessitore. Il quale, come sottolineato più volte, sarà alla guida dell'associazione unica fino a giugno 2020 «quando tutti insieme saremo chiamati a scegliere il nuovo presidente».

In questo quadro di ritrovata unità, tuttavia, arrivano le dimissioni a sorpresa da vicepresidente di Nautica Italiana di Giovanna Vitelli, numero due del gruppo Azimut|Benetti. Non si tratta di una scelta «contro», si limitano a spiegare dal quartier generale di Avigliana. Più semplicemente, secondo fonti attendibili, si tratterebbe di una scelta ragionata per non inficiare il percorso deliberativo che porterà i soci di Nautica Italiana a esprimersi sulla riunificazione.

Tradotto a libera interpretazione, tutto questo potrebbe significare più o meno: il voto del primo cantiere globale avrebbe un peso significativo, forse decisivo sull'esito finale.

Quindi mano libera all'assemblea chiamata a esprimersi sulla riunificazione.

Va da sé che il colosso fondato da Paolo Vitelli non sbatte la porta a Confindustria Nautica. In assenza di un chiaro superamento dei problemi di rappresentatività - secondo indiscrezioni - Azimut|Benetti rimane alla finestra in attesa di valutare attentamente la partecipazione al nuovo soggetto associativo. Una legittima pausa di riflessione in attesa di capire quale tattica adotteranno le due assemblee per giocarsi la grande partita. Nonché i criteri di rappresentatività che determinarono la scissione.

«Possibilista», infine, Ferretti, l'altro grande gruppo guidato da Alberto Galassi: «La riunificazione non è una brutta idea, ci penserò».

Sulla Pax nautica, abbiamo scritto fiumi di articoli, sostenendo sempre che «uniti si vince». In quest'Italia ancorata da anni alla crescita dello 0,1-0,2%, la filiera della nautica è una delle rare mosche bianche che continua a tirare la carretta del Paese con performance a due cifre. Probabilmente la politica non lo ha compreso fino in fondo. Anzi, sembra ostile, incapace di risolvere i problemi del settore.

Come, ad esempio, la pretesa illegittima - sancita anche dalla Corte Costituzionale - di riscuotere i canoni retroattivi sui porti turistici che rischia di mettere in ginocchio aziende e lavoratori addetti. Una truffa di Stato, com'è stata definita.

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