Confindustria: "Stagnazione economica"

Le stime del centro Studi di Viale Astronomia: la crescita del pil, quest’anno, si fermerà allo 0,1%, in forte rallentamento dall’1,5% del 2007. A pesare di più è il caro energia, che insieme ai rincari alimentari blocca i consumi della famiglie (il 60% del pil). Disoccupazione al 6,4%

Confindustria: "Stagnazione economica"

Roma - Crescita del pil allo 0,1% nel 2008, inflazione in calo nella seconda metà dell’anno, rapporto deficit-pil al 2,5%: è un quadro assai poco edificante quello che emerge dalle stime di Confindustria. Il centro Studi di viale dell’Astronomia prevede una sostanziale stagnazione per l’economia italiana per l’anno in corso, mentre per il 2009 salirà allo 0,6%. L'inflazione, in raffreddamento nella seconda metà dell’anno, si dovrebbe attestare al 3%. Forte, invece, il rallentamento dei consumi: +0,2% a fine anno dall’1,4% del 2007. E la disoccupazione torna a salire: 6,4%, dal 6,1 del 2007. Nel 2008 si profila inoltre una sostanziale stagnazione delle retribuzioni reali: l’incremento pari al 3,5% e legato al rinnovo di molti contratti,sarà infatti vanificato dal brusco aumento dei prezzi al consumo attesi sul 3,4%. Una situazione che si manterrà anche nel 2009. Negli ultimi 10 anni - precisa il Rapporto - la crescita del potere d’acquisto delle retribuzioni reali in Italia "è stata modesta, ma comunque maggiore del lento incremento della produttività del lavoro. Questo andamento smentisce l’opinione diffusa, ormai una vox populi, di una riduzione del potere d’acquisto delle retribuzioni".

Consumi in brusca frenata A determinare una vera e propria stagnazione è soprattutto il caro-energia che insieme ai rincari dei beni alimentari è la principale causa dell’erosione del potere d’acquisto. La fiacchezza della spesa delle famiglie, che rappresenta il 60% del pil, è già evidente nei dati trimestrali (0,1% nel primo quarto 2008 dopo il -0,4% nell’ultimo 2007) ed è ribadita dai recenti indicatori mensili relativi agli acquisti di carburanti e immatricolazioni di autovetture.

Inflazione: dato credibile L’inflazione programmata prevista nel Dpef per il 2008 all’1,7% e per gli anni successivi all’1,5% è "credibile e coerente". Il Centro studi spiega che "se riferito ai prezzi esclusi quelli di energia e cibo, cioè alle determinanti nazionali e quindi governabili dalla politica economica, l’obiettivo di inflazione programmata all’1,7% quest’anno e all’1,5% i sucessivi e credibile e coerente con la necessità di non perdere ulteriore competitività". "L’erosione del potere d’acquisto delle famiglie può essere recuperata - aggiunge - solo con maggiore efficienza e concorrenza, liberalizzando i mercati e migliorando la logistica. Interventi fiscali mirati possono aiutare i nuclei familiari più colpiti".

La disoccupazione torna a salire In linea con la stagnazione del pil, anche l’occupazione rallenterà. Il ritmo di crescita dei posti di lavoro vedrà "un leggero aumento" dello 0,1% nel 2008 e dello 0,4% nel 2009, dall’1% del 2007. Allo stesso tempo, dopo dieci anni, rileva il rapporto sugli scenari economici, si fermerà la discesa del tasso di disoccupazione, che è previsto in rialzo al 6,4% quest’anno (dal 6,1% del 2007) e al 6,5% nel 2009.

Aumento tassi Bce Lo scenario indicato dal Centro studi di Confindustria "incorpora l’aumento" dei tassi annunciato dalla Bce di un quarto di punto a luglio, che porterà al 4,25% il tasso ufficiale, fermo al 4% da giugno 2007. Dopo di che, secondo la previsione di Viale dell’Astronomia, "la Bce non attuerà nuovi interventi nel corso del 2008 e il tasso ufficiale risulterà pari al 4,1% in media (+0,3% sul 2007)". Successivamente, nel primo trimestre del 2009, la Banca Centrale Europea, secondo il Centro studi di Confindustria, "taglierà il tasso di riferimento di un quarto di punto, riportandolo al 4%. Tale previsione si basa sul graduale rientro dell’inflazione e sul rallentamento della crescita. Nella media 2009 il tasso ufficiale risulterà pari al 4% (-0,1% rispetto al 2008)".

Continuità di azione bipartisan "È positivo - afferma il Csc - che il nuovo ministro dell’Economia abbia fatto propri sia gli obiettivi (pareggio di bilancio nel 2011 con saldo primario al 4,8% del Pil) delineati nel Dpef 2008-11, sia le linee di intervento (riduzione della spesa corrente primaria di oltre due punti di Pi), tracciate nella relazione unificata economia e finanza, documenti predisposti dal suo predecessore".

"Dando piena e immediata attuazione agli impegni assunti dal governo Prodi, si realizza - spiega il Csc - quella continuità di azione bipartisan che a volte è mancata nella politica di bilancio e che è indispensabile per azzerare il deficit e piegare il peso del debito". Ma aggiunge la Confindustria, lo sforzo da compiere per il riequilibrio dei conti pubblici appare impegnativo".

 

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