Jacopo Granzotto
Alla fine di Lazio-Fiorentina, Paolo Di Canio indica alla curva nord i giorni, sette, che mancano al derby. Spavalderia di chi pensa (o spera) di aver già in tasca lintera posta. Perché se i biancazzurri vincono con carattere e un po di fortuna, dallaltra sponda Totti e compagnia continuano a sconcertare e a sprofondare in classifica senza sporcare la maglietta. Ieri, a Empoli unaltra sconfitta (1-0 e magnifico gol di Tavano) in una partita giocata per modo di dire.
Ma prima di vagliare il presunto valore aggiunto di certi fuoriclasse, Spalletti prova a spiegare linatteso stop con il modesto Empoli, ridotto in 10 per buona parte del match. «Nessuna crisi, solo una brutta prestazione, ma non ci sono scuse - esordisce il tecnico toscano -. In altre partite ci sono state attenuanti valide, oggi invece abbiamo perso meritatamente». Insomma, Empoli meglio della Roma, punto e a capo. «Loro hanno fatto meglio di noi, ora credo sia tempo di cambiare drasticamente qualcosa. A volte sembra quasi ci sia timore di non farcela, ho visto i ragazzi scarichi, scoraggiati... ».
Già, Spalletti tira in ballo la poca fiducia, la paura in campo, davvero incredibile per giocatori che in passato hanno puntato al pallone doro. «Non è presunzione, ma quando cè la paura addosso è dura farcela. È essenzialmente un problema di testa». Dunque, un problema larrivo del derby proprio ora? «Paradossalmente - continua Spalletti - giunge nel momento giusto, ma certo ci sarà bisogno di una reazione dorgoglio». Dopo lovvia considerazione un diplomatico plauso alla squadra vincitrice: «Oggi abbiamo perso meritatamente, anche se lEmpoli ha avuto una sola occasione in tutta la partita che ha saputo sfruttare bene. Di sicuro non abbiamo perso perché siamo presuntuosi, semmai è il contrario. Il timore di non pareggiare dopo aver preso il gol ci ha scoraggiato e scaricato. Con la paura addosso si sbagliano anche le cose facili... ».
Impossibile, in chiusura, non far riferimento allultima inquietante puntata del caso Cassano e alle possibili turbative. «Le polemiche creano sempre una qualche tensione - conclude il tecnico - noi però in campo dovremmo andarci con le nostre qualità e basta, invece qui bisogna ragionare, visto che il problema è mentale.
In attesa di iniezioni di filosofica saggezza la classifica parla chiaro: otto punti in sette partite, una media retrocessione. Platone e Cartesio pensateci voi.
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